Ci sono immagini che significano più del semplice riflesso di reale che le ha generate. L’aspetto non meno importante è che questo spesso accade proprio in conseguenza all’ostentazione delle banalità che le caratterizzano.
I quadri di questi ultimi anni di Angelo Mosca, scene d’interni, ambienti casalinghi direttamente frequentati e appuntati con scatti fotografici, sono in tal senso emblematici.
Si tratta di immagini semplici, realizzate con una pittura scarna, di frequente tagliate con inquadrature sghembe, irregolari, che innescano un imprevisto dinamismo nella staticità della scena. Ma è la sensazione di appartenenza che suscitano in chi guarda ad essere il punto sensibile. Una percezione che non è tanto determinata dalla tipicità dei luoghi, quanto dal senso di rapidità con cui lo sguardo, l’obiettivo, ha inquadrato la scena. È dunque una corrispondenza temporale quella che s’innesca, un istantaneo guardare e fissare che assume un tono collettivo.
Se pensate che tutto ciò sia dovuto alla matrice fotografica dell’immagine, non tenete in giusto conto la capacità di coinvolgimento emotivo che una pittura dall’apparente fragilità come questa di Mosca è in grado ancora oggi di indurre.

Raffaele Gavarro, Catalogo della Biennale di Praga – G. Politi Editore - 2003

Nella sua prima personale a Napoli, Mosca presenta un nuovo ciclo di pitture intitolato: “A little bit Funny” si tratta di oli su tela di diverse dimensioni, dai piccoli “ Internet in Love” e “E’ nata una Stella” (cm 45 x cm 45) passando per “Woman on red disk” (cm 95 x cm 95) e “Risikogesellschatf N°1 – N°2” (cm 123 x cm 152), fino a “W.A.S.P.” (cm 160 x cm 190) opere tutte realizzate appositamente per questa mostra.