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Marco Citi – Mosche molestie e altri fastidi
Si chiama Mosche, molestie e altri fastidi sia il libro edito da Nuovastampa sia la mostra che ha per protagonista Marco Citi, firma nota a livello nazionale, l’unica mostra di “satira militante” all’interno del cartellone di ART-OFF, dedicato interamente al corpo (messo a nudo e scorticato).
Comunicato stampa
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Le mosche si sa attorno a cosa ronzano. E forse a guardarlo con i loro occhi (o con quelli di un satirico) il mondo contemporaneo deve apparire una fumante leccornia. Non per niente si chiama Mosche, molestie e altri fastidi sia il libro edito da Nuovastampa sia la mostra che ha per protagonista Marco Citi, firma nota a livello nazionale, l’unica mostra di “satira militante” all’interno del cartellone di ART-OFF, dedicato interamente al corpo (messo a nudo e scorticato).
Una serata particolare, con l’intervento straordinario di un gruppo tra i più hard-core della giovane scena, i Quinlan, maghi di effetti elettronici e sinuose chitarre. Saranno loro ad offrire la ronzante colonna sonora alla vernice con l’autore impegnato a disegnare in diretta. Insomma aria di anarchia, come si conviene alle riottose “mosche”; non a caso chiamate in causa: insetti pericolosissimi, questi ditteri appartenenti alla famiglia dei muscidi, inseparabili compagni dell’uomo e suoi inesorabili tormentatori. Era inevitabile che Marco Citi scegliesse la molesta creatura quale blasone della sua appuntita satira. Basti vedere il suo modus operandi al fine di inverarne l’appartenenza alla famiglia dei muscidi. Per questo guardando la mostra antologica e il libro che la completa (curate da Fabio Norcini: chi altri poteva essere il migliore esegeta dell’autore del Porchettaro?) non si trovano battute datate, anche se legate a personaggi contingenti ed effimeri. Quello che Citi corrode in loro, e quindi in noi, è l’abdicare al generico, all’approssimativo. In questo, anche grazie ad un progressivo raffinarsi del segno e al serrato confronto agonistico in quella palestra satirica che è Il Vernacoliere, consiste il dato classico di Citi. Il quale, nonostante sia mosca, ha l’umiltà necessaria che gli impedisce di credersi cocchiera
Una serata particolare, con l’intervento straordinario di un gruppo tra i più hard-core della giovane scena, i Quinlan, maghi di effetti elettronici e sinuose chitarre. Saranno loro ad offrire la ronzante colonna sonora alla vernice con l’autore impegnato a disegnare in diretta. Insomma aria di anarchia, come si conviene alle riottose “mosche”; non a caso chiamate in causa: insetti pericolosissimi, questi ditteri appartenenti alla famiglia dei muscidi, inseparabili compagni dell’uomo e suoi inesorabili tormentatori. Era inevitabile che Marco Citi scegliesse la molesta creatura quale blasone della sua appuntita satira. Basti vedere il suo modus operandi al fine di inverarne l’appartenenza alla famiglia dei muscidi. Per questo guardando la mostra antologica e il libro che la completa (curate da Fabio Norcini: chi altri poteva essere il migliore esegeta dell’autore del Porchettaro?) non si trovano battute datate, anche se legate a personaggi contingenti ed effimeri. Quello che Citi corrode in loro, e quindi in noi, è l’abdicare al generico, all’approssimativo. In questo, anche grazie ad un progressivo raffinarsi del segno e al serrato confronto agonistico in quella palestra satirica che è Il Vernacoliere, consiste il dato classico di Citi. Il quale, nonostante sia mosca, ha l’umiltà necessaria che gli impedisce di credersi cocchiera
30
ottobre 2003
Marco Citi – Mosche molestie e altri fastidi
Dal 30 ottobre al 05 dicembre 2003
arte contemporanea
Location
TEATRO PUCCINI
Firenze, Via Delle Cascine, 41, (Firenze)
Firenze, Via Delle Cascine, 41, (Firenze)
Orario di apertura
da lun. a ven. 15.30-19.30 e le sere di spettacolo
Vernissage
30 Ottobre 2003, ore 18.30