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Max Kreijn
In questa esposizione di due grandi dipinti ad olio su tela ed una serie di 18 fotografie tra loro collegate, l’artita olandese Max Kreijn gioca con i sensi della realtà, del teatro e della bellezza. Le sue recenti opere descrivono la raffinata architettura della rotonda presso l’Alhambra, l’antico palazzo di Granada, in Andalusia.
Comunicato stampa
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In questa esposizione di due grandi dipinti ad olio su tela ed una serie di 18 fotografie tra loro collegate, l’artita olandese Max Kreijn gioca con i sensi della realtà, del teatro e della bellezza. Le sue recenti opere descrivono la raffinata architettura della rotonda presso l’Alhambra, l’antico palazzo di Granada, in Andalusia. Colonne di pietra proiettano lunghe ombre attraverso i lucidi pavimenti di marmo, le arcate ricurve e le porte profondamente rientrate. La luce è penetrante, i colori bluastri e l’atmosfera misteriosa.
Accanto a questi quadri ci sono fotografie di nudi, di un pappagallo e di un ragazzo vestito da marinaio, messo in posa di fronte agli stessi sfondi, coe nei dipinti. Un paio doi atleti vengono mostrati prima, durante e dopo una corsa. In un’ unica immagine appaiono congelati nella vittoria mentre raggiungono la linea del traguardo. In un'altra serie, parzialmente ispirata al personaggio di Tadzio in Morte a Venezia, un giovane restituisce timidamente lo sguardo all’osservatore. La sua espressione è timida ma sicura di sé. Nel frattempo, un pappagallo dalle piume brillanti spicca il volo dal suo posatoio, battendo le ali in una sfumatura di colori sgargianti. Come la narrativa dietro al linguaggio figurato di Kreijn, simile ad un film, ciascuna fotografia è un lavoro di finzione, basato sulla sua idea di catturare ciò che lui chiama “l’ intimità dell’ ignoto”.
Inizialmente, i modelli sono fotografati nello studio australiano dell’ artista, in posa di fronte ai dipinti ad olio molto realistici di Kreijn. Anche se i dipinti diventano meri sfondi, le figure fanno credibilmente parte di un grandioso scenario europeo. Uno dei modelli, Lee, indossa un’ amlia camicia bianca, fermo comodamente come un nobile a casa in un palazzo vuoto. Un altro dei modelli, Ali appare in una sequenza di sagome in movimento. Il suo corpo sfuocato e nudo sembra come un dipinto con colpi di pennello espressionisti, mentre lo sfondo sembra essere costruito solidamente da pietra antica. Questo è il rovesciamento concettuale della verità di Kreijn.
Dagli anni sessanta, le opere di Kreijn sono state esibite in gallerie e musi in Italia, Paesi Bassi, Ausralia, Spagna, Belgio e Stati Uniti d’America.
La presente mostra, con l’appoggio dell’ Ambasciata dei Paesi Bassi a Roma, è la seconda personale di Max Kreijn alla Galleria 2RC. Tutte le opere in Mostra saranno riprodotte nel libro di prossima uscita “Double Tke”, che esamina 25 anni di dipinti e fotografie di Kreijn, che sarà pubblicato il prossimo anno a Berlino da Jovis Verlag.
La mostra rivela anche chiaramente come le opere di alcuni artisti contemporanei attualmente sfidano qualsiasi classificazione nazionalistica. In questo caso due modelli, uno inglese e l’altro libanese, sono stati fotografati in uno studio di Sydney davanti a un dipinto di un artista olandese che rappresenta un palazzo spagnolo, ed ora in mostra in una galleria d’arte a Roma.
Accanto a questi quadri ci sono fotografie di nudi, di un pappagallo e di un ragazzo vestito da marinaio, messo in posa di fronte agli stessi sfondi, coe nei dipinti. Un paio doi atleti vengono mostrati prima, durante e dopo una corsa. In un’ unica immagine appaiono congelati nella vittoria mentre raggiungono la linea del traguardo. In un'altra serie, parzialmente ispirata al personaggio di Tadzio in Morte a Venezia, un giovane restituisce timidamente lo sguardo all’osservatore. La sua espressione è timida ma sicura di sé. Nel frattempo, un pappagallo dalle piume brillanti spicca il volo dal suo posatoio, battendo le ali in una sfumatura di colori sgargianti. Come la narrativa dietro al linguaggio figurato di Kreijn, simile ad un film, ciascuna fotografia è un lavoro di finzione, basato sulla sua idea di catturare ciò che lui chiama “l’ intimità dell’ ignoto”.
Inizialmente, i modelli sono fotografati nello studio australiano dell’ artista, in posa di fronte ai dipinti ad olio molto realistici di Kreijn. Anche se i dipinti diventano meri sfondi, le figure fanno credibilmente parte di un grandioso scenario europeo. Uno dei modelli, Lee, indossa un’ amlia camicia bianca, fermo comodamente come un nobile a casa in un palazzo vuoto. Un altro dei modelli, Ali appare in una sequenza di sagome in movimento. Il suo corpo sfuocato e nudo sembra come un dipinto con colpi di pennello espressionisti, mentre lo sfondo sembra essere costruito solidamente da pietra antica. Questo è il rovesciamento concettuale della verità di Kreijn.
Dagli anni sessanta, le opere di Kreijn sono state esibite in gallerie e musi in Italia, Paesi Bassi, Ausralia, Spagna, Belgio e Stati Uniti d’America.
La presente mostra, con l’appoggio dell’ Ambasciata dei Paesi Bassi a Roma, è la seconda personale di Max Kreijn alla Galleria 2RC. Tutte le opere in Mostra saranno riprodotte nel libro di prossima uscita “Double Tke”, che esamina 25 anni di dipinti e fotografie di Kreijn, che sarà pubblicato il prossimo anno a Berlino da Jovis Verlag.
La mostra rivela anche chiaramente come le opere di alcuni artisti contemporanei attualmente sfidano qualsiasi classificazione nazionalistica. In questo caso due modelli, uno inglese e l’altro libanese, sono stati fotografati in uno studio di Sydney davanti a un dipinto di un artista olandese che rappresenta un palazzo spagnolo, ed ora in mostra in una galleria d’arte a Roma.
24
ottobre 2003
Max Kreijn
Dal 24 ottobre al 28 novembre 2003
arte contemporanea
Location
GALLERIA 2RC
Roma, Via Delle Mantellate, 15A, (Roma)
Roma, Via Delle Mantellate, 15A, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00