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Fabergé – L’orafo degli Zar
Com’è nello stile dell’ideatore e nei propositi culturali del “Museo del Corso”, anche questa mostra intende “condurre” il visitatore nella temperie storico-culturale degli oggetti esposti, per cui le opere di Fabergé sono inserite in una scenografia che ci riporta al Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Fu nel 1885 che Peter Carl Fabergé, già assai popolare in Russia per i suoi gioielli,
venne invitato dallo Zar Alessandro III a preparare un prezioso uovo di Pasqua con sorpresa per la Zarina Maria. Il successo fu tale che lo Zar nominò Fabergé “Orafo della Corte Imperiale” e nel contempo nacque la tradizione delle “Uova di Pasqua Imperiali” che continuò anche sotto Nicola II. Esse erano l’evento dell’anno: in prossimità della Pasqua lo Zar cercava di scoprire cosa contenesse il prezioso uovo, ma Fabergé diceva invariabilmente: “Sua Maestà sarà soddisfatta”. Questo ‘gioco prezioso’ ebbe fine solo a causa della Rivoluzione del 1917.
Fabergé aveva iniziato nel 1870 a disegnare gioielli a San Pietroburgo, combinando stilemi appartenenti a vari periodi, dall’arte gotica alle forme della nuova arte, l’Art Nouveau appunto. Egli decise di impiegare maestri orafi specializzati in tecniche antiche, i quali lavorarono su metalli e leghe speciali, utilizzando una varietà di colori, come il giallo, il bianco, il rosso e l’azzurro: provenivano da molti paesi europei e portarono con sé la loro maestria ed il loro sostrato culturale. Ma la caratteristica principale delle opere più note è data dall’uso dello smalto traslucido secondo la tecnica francese dello
champlevé (“a incavo”), su uno sfondo arabescato. Nasceva così il mitico ‘stile Fabergé’ che sarebbe diventato famoso in tutto il mondo.
Il “Museo del Corso” della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, inaugura il 30 Ottobre 2003 la mostra “Fabergé”, che Franco Maria Messina ha ideato ed organizzato, nonché curato con l’Arciduca Géza von Habsburg. Com’è nello stile dell’ideatore e nei propositi culturali del “Museo del Corso”, anche questa mostra intende “condurre” il visitatore nella temperie storico-culturale degli oggetti esposti, per cui le opere di Fabergé sono inserite in una scenografia che
ci riporta al Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo.
Pièce de resistance della mostra sono tre “Uova Imperiali”: “Ricordo della Azova” (1891), “Il Palazzo di Alessandro” (1908) e “Terzo Centenario dei Romanov” (1913), provenienti dalla collezione del Museo del Cremlino di Mosca. L’uovo contenente lo yacht imperiale fu donato da Alessandro III a Maria Feodorovna, mentre le altre due furono doni pasquali di Nicola II alla Zarina Alessandra Feodorovna.
La mostra si apre in occasione dei 390 anni della salita al potere dei Romanov e dei trecentesimo anniversario della fondazione di San Pietroburgo, ed è arricchita da oltre cento oggetti preziosi, nonché da una serie di documenti ed immagini.
venne invitato dallo Zar Alessandro III a preparare un prezioso uovo di Pasqua con sorpresa per la Zarina Maria. Il successo fu tale che lo Zar nominò Fabergé “Orafo della Corte Imperiale” e nel contempo nacque la tradizione delle “Uova di Pasqua Imperiali” che continuò anche sotto Nicola II. Esse erano l’evento dell’anno: in prossimità della Pasqua lo Zar cercava di scoprire cosa contenesse il prezioso uovo, ma Fabergé diceva invariabilmente: “Sua Maestà sarà soddisfatta”. Questo ‘gioco prezioso’ ebbe fine solo a causa della Rivoluzione del 1917.
Fabergé aveva iniziato nel 1870 a disegnare gioielli a San Pietroburgo, combinando stilemi appartenenti a vari periodi, dall’arte gotica alle forme della nuova arte, l’Art Nouveau appunto. Egli decise di impiegare maestri orafi specializzati in tecniche antiche, i quali lavorarono su metalli e leghe speciali, utilizzando una varietà di colori, come il giallo, il bianco, il rosso e l’azzurro: provenivano da molti paesi europei e portarono con sé la loro maestria ed il loro sostrato culturale. Ma la caratteristica principale delle opere più note è data dall’uso dello smalto traslucido secondo la tecnica francese dello
champlevé (“a incavo”), su uno sfondo arabescato. Nasceva così il mitico ‘stile Fabergé’ che sarebbe diventato famoso in tutto il mondo.
Il “Museo del Corso” della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, inaugura il 30 Ottobre 2003 la mostra “Fabergé”, che Franco Maria Messina ha ideato ed organizzato, nonché curato con l’Arciduca Géza von Habsburg. Com’è nello stile dell’ideatore e nei propositi culturali del “Museo del Corso”, anche questa mostra intende “condurre” il visitatore nella temperie storico-culturale degli oggetti esposti, per cui le opere di Fabergé sono inserite in una scenografia che
ci riporta al Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo.
Pièce de resistance della mostra sono tre “Uova Imperiali”: “Ricordo della Azova” (1891), “Il Palazzo di Alessandro” (1908) e “Terzo Centenario dei Romanov” (1913), provenienti dalla collezione del Museo del Cremlino di Mosca. L’uovo contenente lo yacht imperiale fu donato da Alessandro III a Maria Feodorovna, mentre le altre due furono doni pasquali di Nicola II alla Zarina Alessandra Feodorovna.
La mostra si apre in occasione dei 390 anni della salita al potere dei Romanov e dei trecentesimo anniversario della fondazione di San Pietroburgo, ed è arricchita da oltre cento oggetti preziosi, nonché da una serie di documenti ed immagini.
31
ottobre 2003
Fabergé – L’orafo degli Zar
Dal 31 ottobre 2003 al 18 gennaio 2004
arte antica
Location
FONDAZIONE ROMA MUSEO – PALAZZO CIPOLLA
Roma, Via Del Corso, 320, (Roma)
Roma, Via Del Corso, 320, (Roma)
Biglietti
Intero euro 7,5 – Ridotto euro 5,00
Orario di apertura
10-20. Chiuso il Lunedì