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Maurizio Calza – Vieni ma stai lontano
Se didascalicamente accettiamo l’essenzializzazione kandiskyana dell’opera d’arte determinata dalla forma più il colore, dobbiamo rilevare che la particolare forma dell’opera di Calza è forma per il movimento, per un percorso nello spazio. In essa la luce gioca un ruolo essenziale attraverso ingombri volumetrici e prospettive spaziali inconsuete, dove l’immagine appare come oggetto e l’oggetto come immagine. E’ impossibile non percepire la struttura spaziale dell’iconografia di Calza, vuoi per le sue ingenti dimensioni, vuoi per la messa in opera che spesso ha le caratteristiche di una macchina architettonica, vuoi per la collocazione espositiva per cui la si può realmente vedere solo quando è sistemata in uno spazio felice. La decisa qualità spaziale dell’opera di Calza procede da un
onphalos, da un centro attorno al quale si dispone il tutto. L’artista vuol mettere lo spettatore nel punto di vista privilegiato per cominciare un cammino iniziatico verso il tutto di significato, di cui l’opera d’arte è solo un indizio, una traccia.
Maurizio Calza – Vieni ma stai lontano
Bologna, Via Nosadella, 37/D, (Bologna)