La mostra, come si evince dal titolo, è imperniata sulla ricerca fotografica, pittorica, scultorea o di design condotta da un gruppo di artisti sul tema dell’etnia.

Il lavoro del fotografo Anuschah è frutto di un reportage realizzato in Sud Africa. Lo stile è limpido, tendente ad esaltare gli smaglianti colori ed i caratteristici volti della terra africana.

Giorgio Ceccotti espone le sue ricerche estetiche di oggettistica realizzate attraverso la creazione di contenitori costruiti con forme essenziali in pietra grezza, coordinati ad un grande pannello fatto con materiali di risulta e sabbia.

Le opere di Marisa Muzi sono frutto di una lunga elaborazione pittorica che l’artista fa da molti anni sul tema degli animali, in particolar modo quelli dalle forme primordiali, come gli elefanti.

Loredana Palanà elabora un discorso pittorico contaminato con la manualità artigianale, proponendo delle tele da esporre al muro come quadri, ma realizzate con la tecnica del batik in uno stile facilmente riconducibile all’estetica africana.

Il designer Miro Picci ci propone le sue lampade che sembrano realizzate in ere primitive, con tecniche che possono sembrare frutto della manualità di un nuovo Robinson Crosuè.

Lidia Scalzo ricerca nuove espressioni tramite la ceramica e le resine, che vengono utilizzate per realizzare non solo oggetti d’uso comune, ma anche veri e propri quadri traverso i quali la Scalzo esprime un proprio personale discorso poetico.

Il lavoro di Davide Zenobio è estremamente raffinato e proviene dalla moderna visione del recupero dei materiali di scarto; questo anomalo scultore realizza infatti le sue opere con bottiglie di plastica trasformate al punto da essere irriconoscibili.

Ute Zocher ci propone una serie di opere pittoriche provenienti dalla ricerca che l’artista elabora da tempo sul tema della natura, con attenzione rivolta soprattutto alla forte prepotenza estetica espressa da alberi e piante.