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Jim Hake – Lessons on what not to do
Coraggiosamente figurative, classiche nei materiali ma paradossali e inconsuete nella composizione, le sculture che popolano l’allestimento ci presentano uno strana folla di individui intrappolati in situazioni critiche che sfuggono al loro controllo. Liberamente ispirate a fatti e personaggi stesso liriche e ironiche, vittime ma molto spesso anche artefici del sortilegio che le tiene intrappolate. E’ questo il caso della donna di Oltremare impiccata dai suoi lunghi capelli azzurri, di Narciso imprigionato dall’eco, della sirena immersa in un mare di scarpe o del Pescatore sommerso dai flutti. Le figure di Hake, però non sono mai vittime impotenti e passive, in quanto le loro “trappole” spesso si tramutano in elementi positivi che fanno emergere l’individuo dall’empasse. I questo senso, i capelli sono anche una corda che salva dal vortice, il pesce una boa che tiene a galla, l’eco una corona/aureola che illumina il volto e la caduta un tuffo da affrontare a testa prima.
Jim Hake – Lessons on what not to do
Venezia, Castello, 3865, (Venezia)