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Giorgio Braghieri – Il Giardino e oltre
L¹artista, come in una sorta di risalita alla fonte del colore, si autolimita all¹uso esclusivo della terra o di residui organici che comunque ne scaturiscono
Comunicato stampa
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Dopo anni di assenza dalle Gallerie di Milano, l¹ultima risale ad alcuni fa a Spazio Temporaneo, Giorgio Braghieri espone alla Galleria San Fedele, presentando circa dodici opere accostate a pali figurati africani, gentilmente concessi dal Centro Studi Archeologia Africana di Milano.
Diversi sono gli elementi che caratterizzano l¹opera dell¹artista.
Iniziamo dalla tela e dai materiali. Il pittore usa lenzuoli sul quale sovrappone terre di diverse tonalità di ocra. L¹artista, come in una sorta di risalita alla fonte del colore, si autolimita all¹uso esclusivo della terra o di residui organici che comunque ne scaturiscono: il carbone dei sarmenti bruciati. In questo ripudio della molteplicità dei colori industriali sta la volontà precisa dell¹autore di risalire a uno stadio iniziale del colore, là dove questo coincide con il ³fango². Braghieri, infatti, fa della pittura in senso stretto: alla fine, la sua terra e il suo carbone diventano realmente colore. Anzi, esibiscono differenze tonali nelle quali vibra una luce che, soprattutto in queste opere recenti, ha spesso qualcosa di caldo e solare.
Il modo con cui usa il supporto della tela risulta poi essenziale per la comprensione dell¹opera dell¹artista. Anche in questo Braghieri è fedele alla tradizione della pittura, anche se l¹artista avverte l¹esigenza di utilizzare un supporto che non sia neutro, che non sia puro strumento offerto a una manipolazione. Si tratta di vecchie lenzuola, ingiallite dal tempo e dall¹uso. Ancora, dunque, un riferimento a un reale, a quel che c¹è già, come ripete Braghieri. Un reale, poi, direttamente connesso con l¹esistenza, con l¹esserci dell¹uomo, con la sua corporeità e il suo destino e pensiamo alla sequenza tela-lenzuolo-sudario-sindone.
Diversi sono gli elementi che caratterizzano l¹opera dell¹artista.
Iniziamo dalla tela e dai materiali. Il pittore usa lenzuoli sul quale sovrappone terre di diverse tonalità di ocra. L¹artista, come in una sorta di risalita alla fonte del colore, si autolimita all¹uso esclusivo della terra o di residui organici che comunque ne scaturiscono: il carbone dei sarmenti bruciati. In questo ripudio della molteplicità dei colori industriali sta la volontà precisa dell¹autore di risalire a uno stadio iniziale del colore, là dove questo coincide con il ³fango². Braghieri, infatti, fa della pittura in senso stretto: alla fine, la sua terra e il suo carbone diventano realmente colore. Anzi, esibiscono differenze tonali nelle quali vibra una luce che, soprattutto in queste opere recenti, ha spesso qualcosa di caldo e solare.
Il modo con cui usa il supporto della tela risulta poi essenziale per la comprensione dell¹opera dell¹artista. Anche in questo Braghieri è fedele alla tradizione della pittura, anche se l¹artista avverte l¹esigenza di utilizzare un supporto che non sia neutro, che non sia puro strumento offerto a una manipolazione. Si tratta di vecchie lenzuola, ingiallite dal tempo e dall¹uso. Ancora, dunque, un riferimento a un reale, a quel che c¹è già, come ripete Braghieri. Un reale, poi, direttamente connesso con l¹esistenza, con l¹esserci dell¹uomo, con la sua corporeità e il suo destino e pensiamo alla sequenza tela-lenzuolo-sudario-sindone.
05
novembre 2003
Giorgio Braghieri – Il Giardino e oltre
Dal 05 novembre al 06 dicembre 2003
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN FEDELE
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)