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Priscilla Monge
Per questa esposizione Monge lavora su fotografie che si inquadrano all’interno di una tematica ricorrente della sua produzione, con la novità che tutte sono state scattate durante la sua permanenza di un mese a Valencia e più nello specifico nella galleria
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Marco Canepa presenta la prima personale in Italia dell’artista Priscilla Monge ( 1968 – Costa Rica).
Priscilla Monge ha esplorato reiteratamente e da differenti prospettive gli anfratti degli usi del linguaggio e dei gesti
sociali, nei loro significati e nei loro riferimenti simbolici. La sua opera tratta di cio’ che si sa ma non si dice, o di
cio’ che si fa ma non si mostra, ponendo in rilievo, nei significati reinterpretati, gli aspetti piu’ scomodi di una
quotidianita’ divisa tra intimo e sociale, per mezzo di formulazioni apparentemente innocenti, in una poetica della
contraddizione. Attraverso lievi dettagli genera un contesto di turbativa, agisce a livello psicologico sulle molle che
agitano la sensibilita’. La sua narrativa e’ empirica. Il punto di partenza puo’ essere un aneddoto banale che pero’
confluisce in una riflessione che sovverte e corrompe abitudini in apparenza innocenti. Come molla utilizza la
suspense dell’insperato, la sorpresa del grottesco o l’acidita’ dell’humour nero e l’ironia. La relazione e’ diretta, fluisce come un’esplosione di lucidita’ e da li tende a mettere in cortociuto le convenzioni, turba con nuovi sensi la percezione della realta’, in una scrittura interpretativa, come un’introspezione sempre viva, condivisa e critica.
La lucentezza del suo sguardo ha qualcosa di perverso . Obbliga a un confronto con i vari contesti intensificandoli, ”normalizzando” gli incubi che si pongono nell’intimita’ dell’inconfessabile, insistendo nella scomodita’.
La violenza e’ sempre presente nella sua opera, ma mai espressa crudamente. E’ qualcosa di latente, in agguato,
si sviluppa in contesti di apparente tenerezza…
...Trattandosi in un certo senso di riletture e libere reinterpretazioni di strategie e tecniche, si potrebbe parlare di un pop diverso, fuso con un minimalismo concettuale.
La semplicita’ nasconde il complesso, come la lucidita’ il turbamento o l’innocenza il perverso.
(Santiago Olmo . Lucidez Perversa – frammento di testo dal catalogo della 49 Biennale di
Venezia)
Per questa esposizione Monge lavora su fotografie che si inquadrano all'interno di una tematica ricorrente della sua produzione, con la novità che tutte sono state scattate durante la sua permanenza di un mese a Valencia e più nello specifico nella galleria .Queste, come già sottolineato da Santiago Olmo, trattano della quotidianità
dello spazio in cui vive e dove lavora, e delle sue possibili trasformazioni simboliche, affettive, psicologiche e sociali. Nonostante si riferisca a esperienze personali e piuttosto soggettive, ciò che è interessante è che lavora sempre con materiale abbastanza familiare alla sensibilità collettiva ed è questa la maniera in cui riesce a stabilire
un punto di incontro che serva da detonatore per far riconoscere al pubblico le sue proprie esperienze.
Priscilla Monge ha esplorato reiteratamente e da differenti prospettive gli anfratti degli usi del linguaggio e dei gesti
sociali, nei loro significati e nei loro riferimenti simbolici. La sua opera tratta di cio’ che si sa ma non si dice, o di
cio’ che si fa ma non si mostra, ponendo in rilievo, nei significati reinterpretati, gli aspetti piu’ scomodi di una
quotidianita’ divisa tra intimo e sociale, per mezzo di formulazioni apparentemente innocenti, in una poetica della
contraddizione. Attraverso lievi dettagli genera un contesto di turbativa, agisce a livello psicologico sulle molle che
agitano la sensibilita’. La sua narrativa e’ empirica. Il punto di partenza puo’ essere un aneddoto banale che pero’
confluisce in una riflessione che sovverte e corrompe abitudini in apparenza innocenti. Come molla utilizza la
suspense dell’insperato, la sorpresa del grottesco o l’acidita’ dell’humour nero e l’ironia. La relazione e’ diretta, fluisce come un’esplosione di lucidita’ e da li tende a mettere in cortociuto le convenzioni, turba con nuovi sensi la percezione della realta’, in una scrittura interpretativa, come un’introspezione sempre viva, condivisa e critica.
La lucentezza del suo sguardo ha qualcosa di perverso . Obbliga a un confronto con i vari contesti intensificandoli, ”normalizzando” gli incubi che si pongono nell’intimita’ dell’inconfessabile, insistendo nella scomodita’.
La violenza e’ sempre presente nella sua opera, ma mai espressa crudamente. E’ qualcosa di latente, in agguato,
si sviluppa in contesti di apparente tenerezza…
...Trattandosi in un certo senso di riletture e libere reinterpretazioni di strategie e tecniche, si potrebbe parlare di un pop diverso, fuso con un minimalismo concettuale.
La semplicita’ nasconde il complesso, come la lucidita’ il turbamento o l’innocenza il perverso.
(Santiago Olmo . Lucidez Perversa – frammento di testo dal catalogo della 49 Biennale di
Venezia)
Per questa esposizione Monge lavora su fotografie che si inquadrano all'interno di una tematica ricorrente della sua produzione, con la novità che tutte sono state scattate durante la sua permanenza di un mese a Valencia e più nello specifico nella galleria .Queste, come già sottolineato da Santiago Olmo, trattano della quotidianità
dello spazio in cui vive e dove lavora, e delle sue possibili trasformazioni simboliche, affettive, psicologiche e sociali. Nonostante si riferisca a esperienze personali e piuttosto soggettive, ciò che è interessante è che lavora sempre con materiale abbastanza familiare alla sensibilità collettiva ed è questa la maniera in cui riesce a stabilire
un punto di incontro che serva da detonatore per far riconoscere al pubblico le sue proprie esperienze.
11
novembre 2003
Priscilla Monge
Dall'undici novembre 2003 al 15 gennaio 2004
arte contemporanea
Location
MARCO CANEPA ARTE CONTEMPORANE
Courmayeur, Via Roma, 152, (Aosta)
Courmayeur, Via Roma, 152, (Aosta)
Orario di apertura
dal martedi’ al sabato
orario : 16 – 19:30
mattino su appuntamento
Vernissage
11 Novembre 2003, ore 18-21