Incontro con Gianni e Stella Miglietta. Scultura anamorfica e studio sulla prospettiva.
Illustrato con filmati e diapositive un interessante viaggio nei sorprendenti effetti che emergono dallo studio approfondito della prospettiva e dell’effetto ottico. Argomento che si pensa di conoscere ma che riserva tante stupefacenti sorprese.
L’incontro è realizzato nell’ambito della mostra “DI – NUOVO”
Rassegna d’arte tra neofigurazione e citazionismo. Gianni e Stella Miglietta si occupano di anamorfosi dal punto di vista della ricerca sia teorica che creativa. Assai vario, il loro iter artistico che va dal teatro -scenografia, danza e coreografia- al cinema d’animazione, alla ceramica, è confluito organicamente nello studio e nella sperimentazione delle straordinarie potenzialità creative di questa tecnica.
Tante le loro realizzazioni fra cui la mostra “Nel segno di Masaccio, l’invenzione della prospettiva” organizzata recentemente alla Galleria degli Uffizi, dall’Istituto di Storia della Scienza.
“… la parola anamorfosi è un neologismo secentesco che descrive un tipo di raffigurazione pittorica inventata o rimessa in voga negli esperimenti di distorsione concettuale della prospettiva che la rivoluzione barocca riuscì a produrre. Questo vocabolo è formato da -anà- e -morphè-. Due parole greche: la prima deriva dalla radice indoeuropea -an- e la seconda dal greco -morphè-. Il significato di -an- è “in alto” e da esso deriva il greco -anà- che esprime un dinamismo, un’idea di movimento “dal basso verso l’alto”. A questo vettore di movimento è stato aggiunto il concetto di insieme di punti che descrivono l’oggetto: la forma. Da lì è nata una parola che indica una situazione in cui nel movimento la forma si deforma e si ricostruisce, mutando il punto di vista dell’osservatore. Di fatto è un insieme di spostamenti, e l’osservatore vedrà la forma nella versione originaria solo dal punto di vista giusto”.