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Daniele da Volterra amico di Michelangelo
Il progetto della mostra, che si realizza con il contributo generoso e determinante dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, non perde di vista il significato profondo del rapporto di amicizia tra Michelangelo e Daniele, ma intende anche delineare la complessa personalità di quest’ultimo, pittore di alto e interessante livello, la cui fama troppo a lungo è rimasta schiacciata dalla stretta vicinanza col genio del Buonarroti
Comunicato stampa
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"…mi trovo sì tribulato per esser privo di tanto consiglio e dolceza insieme. Certo ch'io giudicavo dovermi dolere molto la morte d'un tanto padrone e padre, ma non mai tanto, come fa…”. Il tono accorato con cui Daniele da Volterra esprimeva i suoi sentimenti a Giorgio Vasari, all'indomani della morte di Michelangelo, dimostra quanto fosse stato lungo e profondo il legame che lo aveva unito al Maestro. La sua devozione sarebbe rimasta immutata anche dopo la scomparsa del grande amico: Daniele infatti ebbe l’incarico di trarre dalla maschera funebre di Michelangelo un "ritratto di metallo"; e fu lui a mettere le “braghe” ai nudi ritenuti osceni del Giudizio Finale della Cappella Sistina, contribuendo al salvataggio del capolavoro che aveva rischiato la distruzione totale.
Il progetto della mostra, che si realizza con il contributo generoso e determinante dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, non perde di vista il significato profondo del rapporto di amicizia tra Michelangelo e Daniele, ma intende anche delineare la complessa personalità di quest’ultimo, pittore di alto e interessante livello, la cui fama troppo a lungo è rimasta schiacciata dalla stretta vicinanza col genio del Buonarroti. L’artista esordì nell’ambito senese, e alla fine degli anni trenta del Cinquecento si trasferì a Roma, dove collaborò con Perin del Vaga. Emerse infine a statura di protagonista negli anni che seguono lo scoprimento del Giudizio Finale. Pittore, decoratore a stucco e ad affresco, ritrattista e scultore, responsabile di cantieri di prestigio, Daniele da Volterra non è stato ancora protagonista unico di iniziative espositive. Anche per questo, la mostra della Casa Buonarroti costituirà una vera e propria scoperta.
Attraverso una scelta di disegni preparatori e di stampe, provenienti in gran parte dal Louvre, dal British Museum e dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, si presentano in mostra i cicli di affreschi della Cappella Orsini e della Cappella Della Rovere nella chiesa romana di Trinità dei Monti d'importanza fondamentale per le vicende pittoriche di metà Cinquecento, nei quali Daniele è tra i primi a confrontarsi con le sconcertanti novità michelangiolesche del Giudizio e degli affreschi della Cappella Paolina in Vaticano. La ricerca di un linguaggio sempre più monumentale culmina nell'affresco con l’Assunzione della Vergine, dove a un Apostolo Daniele conferisce il volto di Michelangelo: ne dà testimonianza in mostra il celebre cartone preparatorio, emozionante ritratto, conservato nelle collezioni del Teylers Museum di Haarlem.
Si riesce ad apprezzare al massimo livello la pittura di Daniele in questa fase attraverso la visione congiunta della imponente Pala di Ulignano, con la Madonna con il Bambino e Santi, proveniente dal Museo Diocesano di Volterra, e di due grandi dipinti, l'Elia nel deserto e la Madonna con il Bambino e Santi già in casa Ricciarelli a Volterra: rara opportunità di ammirare questi tre capolavori, che da sola giustifica la mostra.
Intorno alla metà del sesto decennio Michelangelo fornì a Daniele alcuni disegni d'invenzione, destinati a una serie di dipinti per monsignor Giovanni Della Casa, l’autore del celebre Galateo. Di queste opere, si potrà ammirare in mostra la grande tela della Pinacoteca Capitolina con San Giovanni Battista, messa a confronto con il foglio michelangiolesco della Casa Buonarroti che ne è all’origine, e alcuni disegni di Michelangelo e di Daniele per il dipinto perduto Enea e Didone.
La sua attività di scultore, ancora poco studiata, viene rievocata in mostra, oltre che da un’incisione cinquecentesca che riproduce il cavallo bronzeo, dal busto marmoreo di Orazio Piatesi, conservato nella chiesa di San Gaetano a Firenze, e da due fusioni del ritratto di Michelangelo, provenienti dalle collezioni della Casa Buonarroti e del Museo Jacquemart-André.
Il progetto della mostra, che si realizza con il contributo generoso e determinante dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, non perde di vista il significato profondo del rapporto di amicizia tra Michelangelo e Daniele, ma intende anche delineare la complessa personalità di quest’ultimo, pittore di alto e interessante livello, la cui fama troppo a lungo è rimasta schiacciata dalla stretta vicinanza col genio del Buonarroti. L’artista esordì nell’ambito senese, e alla fine degli anni trenta del Cinquecento si trasferì a Roma, dove collaborò con Perin del Vaga. Emerse infine a statura di protagonista negli anni che seguono lo scoprimento del Giudizio Finale. Pittore, decoratore a stucco e ad affresco, ritrattista e scultore, responsabile di cantieri di prestigio, Daniele da Volterra non è stato ancora protagonista unico di iniziative espositive. Anche per questo, la mostra della Casa Buonarroti costituirà una vera e propria scoperta.
Attraverso una scelta di disegni preparatori e di stampe, provenienti in gran parte dal Louvre, dal British Museum e dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, si presentano in mostra i cicli di affreschi della Cappella Orsini e della Cappella Della Rovere nella chiesa romana di Trinità dei Monti d'importanza fondamentale per le vicende pittoriche di metà Cinquecento, nei quali Daniele è tra i primi a confrontarsi con le sconcertanti novità michelangiolesche del Giudizio e degli affreschi della Cappella Paolina in Vaticano. La ricerca di un linguaggio sempre più monumentale culmina nell'affresco con l’Assunzione della Vergine, dove a un Apostolo Daniele conferisce il volto di Michelangelo: ne dà testimonianza in mostra il celebre cartone preparatorio, emozionante ritratto, conservato nelle collezioni del Teylers Museum di Haarlem.
Si riesce ad apprezzare al massimo livello la pittura di Daniele in questa fase attraverso la visione congiunta della imponente Pala di Ulignano, con la Madonna con il Bambino e Santi, proveniente dal Museo Diocesano di Volterra, e di due grandi dipinti, l'Elia nel deserto e la Madonna con il Bambino e Santi già in casa Ricciarelli a Volterra: rara opportunità di ammirare questi tre capolavori, che da sola giustifica la mostra.
Intorno alla metà del sesto decennio Michelangelo fornì a Daniele alcuni disegni d'invenzione, destinati a una serie di dipinti per monsignor Giovanni Della Casa, l’autore del celebre Galateo. Di queste opere, si potrà ammirare in mostra la grande tela della Pinacoteca Capitolina con San Giovanni Battista, messa a confronto con il foglio michelangiolesco della Casa Buonarroti che ne è all’origine, e alcuni disegni di Michelangelo e di Daniele per il dipinto perduto Enea e Didone.
La sua attività di scultore, ancora poco studiata, viene rievocata in mostra, oltre che da un’incisione cinquecentesca che riproduce il cavallo bronzeo, dal busto marmoreo di Orazio Piatesi, conservato nella chiesa di San Gaetano a Firenze, e da due fusioni del ritratto di Michelangelo, provenienti dalle collezioni della Casa Buonarroti e del Museo Jacquemart-André.
01
ottobre 2003
Daniele da Volterra amico di Michelangelo
Dal primo ottobre 2003 al 12 gennaio 2004
arte antica
Location
CASA BUONARROTI
Firenze, Via Ghibellina, 70, (Firenze)
Firenze, Via Ghibellina, 70, (Firenze)
Biglietti
intero euro 6,50, ridotto euro 4,00
Orario di apertura
9.30-16.00, giorno di chiusura martedì