Maria Paola Lucentini – Persone

Il mondo scultoreo di Maria Paola Lucentini è di scena dal 13 al 31 ottobre in una mostra che coinvolgerà due spazi espositivi romani con una forte vocazione per la scultura: Lo Studio, bellissimo atelier anni venti appartenuto a Publio Morbiducci , protagonista della produzione plastica italiana del primo ‘900 e Ricerca d’Arte, forse l’unica galleria della capitale specializzata in questo settore.
La doppia sede riservata all’esposizione dei lavori di un’artista ancora giovane (ma considerata una certezza della nostra scultura figurativa) non deve sorprendere, dal momento che Lucentini accetta la sfida della monumentalità, arrivando per di più ad utilizzare un materiale sotto molti profili impegnativo come la pietra.
In questa stagione della sua carriera la scultrice realizza ritratti a grandezza naturale di gente comune: amici, conoscenti, “gli altri”, insomma, quei microcosmi che ogni giorno le passano accanto e dai quali dichiara di essere sempre stata incuriosita. Non è un caso che le sedute di posa siano concepite come una lunga chiaccherata, durante la quale il soggetto ritratto è chiamato a raccontare se stesso e la sua storia, a svelare il segreto di un’unicità alla quale, con la pietra, l’artista conferisce dignità monumentale.
Bisogna vederla quest’umanità pietrificata dallo sguardo di Gorgone di M.Paola: i vari Marco, Sara, Anna acquistano una postura arcaica, diventano moderni kouroi che alla grossolanità della lavorazione lapidea, unita alla mancanza di caratterizzazione gestuale e alla fissità dello sguardo affidano il compito di svelare il tesoro della loro identità.
Lucentini non ha mai dubitato che l’unico materiale idoneo ad accompagnarla nella sua ricerca intorno al concetto di identità fosse la pietra. Perché le culture dei popoli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo hanno sin da epoca primordiale costruito sulla pietra i miti fondanti dell’origine della vita e del suo contrario, la morte. E la valenza simbolica che la pietra ha acquisito nel corso dei millenni è così forte che ognuno di noi porta sedimentata dentro di sé la convinzione che essa rappresenti l’eternità, la forza di Dio. Dunque solo all’essenzialità della pietra si può chiedere di condurci all’essenza di un individuo e di consegnarla all’immortalità.
O alla sua illusione…
Si è sinora trascurato di dire che M.Paola Lucentini, formatasi a Parigi ed attiva da molti anni a Roma, è in realtà siciliana e con la sua terra dai mille volti condivide il gusto per l’ambiguità.
Il costante richiamo formale alla severità della scultura arcaica cela infatti la sorpresa di una propensione, tutta barocca, per lo slittamento sensoriale, l’illusionismo ottico. Mai fidarsi dei propri occhi: avverte Micol Forti, autrice della prefazione al catalogo, che, contrariamente a quanto appare, M:Paola non scolpisce, procedendo, così come insegna Michelangelo, per faticosa sottrazione dalla pietra, ma modella, procedendo quindi per aggiunta, la più effimera delle materie, la carta. Più precisamente una geniale evoluzione della cartapesta da lei stessa elaborata e brevettata con il nome di carta di pietra.
Gli ironici inganni visivi di M:Paola Lucentini vi confonderanno presso Lo Studio Morbiducci ,teatro di una suggestiva installazione e a via Giulia dove, nella sede di Ricerca d’Arte, due effimere coppie di carta di pietra accompagnate da bandoneonisti daranno vita ad una immota esibizione di tango.

 
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13 ottobre 2003

Maria Paola Lucentini – Persone

Dal 13 al 31 ottobre 2003
arte contemporanea
Location
STUDIO MORBIDUCCI
Roma, Via Giovanni Battista Bodoni, 83, (Roma)
Orario di apertura
orario 18-20. chiusura sabato e festivi
Vernissage
13 Ottobre 2003, ore 18

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