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Luigi Ballarini – Un amore arabo
Sono davvero due mondi? I punti di contrasto tra l’ Islam e l’Occidente oggi
paiono essersi acuiti, invece che allentarsi:
ma ci sono delle angolazioni da cui la conciliazione appare plausibile:anzi
“normale”. Venezia e’ uno di questi. Nel 1479
Gentile Bellini fu invitato dalla Serenissima a Costantinopoli: qui ritrasse
molti personaggi di quella corte e lo stesso Maometto, Non sono solo i
tratti fisiognomici e i fastosi costumi a rendere ” turcheschi” quei
dipinti”, e’ qualcosa di diverso, qualcosa di piu’. Tornato a Venezia,
Gentile, in collaborazione con il fratello Giovanni, esegui’ la celebre
veduta di Piazza San Marco popolata di turbanti.Allora Venezia aveva
moltissimi addentellati con l’impero Ottomano: era la citta’ piu’ araba
d’Europa. I quadri del Carpaccio hanno suggestivi, fantastici fondi
orientali. Ma forse che tutto il senso del colore veneziano non viene da la,
dalle rive del Bosforo ed oltre? Ecco qui davanti a me i quadri di un
veneziano d’oggi:Luigi Ballarin . Ama in tal modo il mondo arabo d’aver
fatto molti viaggi in tutto il Medio Oriente e soprattutto nehli Emirati.
Non ha nulla a che fare diciamolo subito – con i pittori orientalisti di
fine ottocento e del primo
novecento: non ama, cioe’, il folclore esotico. Vuole rendere l’animo dei
popoli musulmani, la loro essenza nascosta. ” Ogni volta che torno in quelle
terre-dice-i silenzi, gli odori, le ombre, la sabbia calpestata dei deserti
si fissano dentro di me”. Chiaro che, come pittore, egli abbia sentito e
senta sempre piu’ il desiderio di fissare quelle immagini, di rendere
visivamente quelle sensazioni. Ma come? Io azzardo un modo: quello della sua
venezianita’categoriale
La forza del colore ne e’ lo stimolo primo. L’Islam,si sa,e’ come un’entita’
immutabile: non soggiace, come da noi in Occidente, all’evoluzione storica,
quindi alle varianti di gusto. Li’ tra Istambul e Baghdad, non sono mai
esistiti gli scossoni che hanno portato dal Gotico al Rinascimento, o dal
Barocco al Neoclassico. E’ il senso dell’assoluto che domina,
quindil’immagine, laddoveesiste, si ripete con i suoi canoni rituali: essa
deve essere lo specchio di un mondo, non di una interpretazione
esterna.Nella pittura di Ballarin, tutto ha un significato, anche se a noi,
distratti uomini dell’occidente, la chiave per leggere non l’abbiamo.E’ un
veneziano- un moderno seguace di Gentile Bellini- a insegnarci a leggere con
pazienza. Inshallah.
Luigi Ballarini – Un amore arabo
Roma, Via Dei Coronari, 220, (Roma)