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Alessandro Roma – Nella terra di Brobdingnag
Con i suoi tagli minimali, le inquadrature sul poco o niente, le zoomate su un mondo apparentemente privo d’interesse, Alessandro Roma scommette sulla pittura. Sulle sue potenzialità, sulle magie dell’olio, sulle capacità del pennello di tirar fuori fascino da un orizzonte che pare non averne. Raro che si trovi poesia tra le giunture idrauliche di vecchi sanitari, tra le gambe di un tavolo di scarsa fattura, sotto sedie in formica in stile anni Settanta. Raro che gli ambienti d’ogni giorno, visti nella loro parte meno accattivante e solo funzionale, possano nascondere meraviglie, segreti o paure degni d’essere raccontati a estranei e spettatori. Eppure, quelle pennellate liquide e morbide che disegnano in modo piatto le superfici, quelle campiture lucenti che mostrano gli ambienti senza metterne a nudo i particolari, quelle velature che annebbiano i contorni truccando drasticamente la banalità del quotidiano, riescono a trasformare magistralmente l’ovvio in prodigioso, lo scontato in stupefacente, il già visto in novità. Travasato dalla mano del pittore, riletto e addirittura ricostruito dall’occhio dell’artista, l’universo di piccoli segni e ripetuti macropanorami che contraddistingue apaticamente e senza soluzione di continuità ogni dimora di questa terra, e che nessuno nota perché non considera meritevole d’attenzione, diventa la meta d’un viaggio senza uguali, l’esplorazione curiosa d’abitudini, gusti e consuetudini comuni. Diventa come la Russia di Pallino, l’io narrante di Cuore di Cane, il bastardino che osserva, legge e descrive ogni cosa da sotto in su, e non comprende le logiche degli umani mentre annota tutto con discrezione. Diventa, come la terra di Brobdingnag capitata per caso sulla strada del medico di bordo Lemuel Gulliver, un ambiente sproporzionato e paradossale dove ogni cosa, nella sua assoluta semplicità e linearità, finisce per celare insidie ed effetti speciali, non fosse altro che per il gigantismo. Nei suoi lavori Roma si fa, appunto, Gulliver, e guarda il mondo da una prospettiva nuova, alternativa. Il mondo è sempre lo stesso, non cambia di molto, forse non cambia affatto, ma il punto di vista evidentemente diverso finisce coll’ammantarlo di vesti inaspettate.
Alessandro Roma – Nella terra di Brobdingnag
giovane arte
Lissone, Via Carotto, 6a, (Milano)