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Albert Oehlen
Albert Oehlen propone come titolo della sua prima mostra personale in una galleria d’arte contemporanea nel 1982 una frase emblematica…
Comunicato stampa
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Albert Oehlen propone come titolo della sua prima mostra personale in una galleria d’arte contemporanea nel 1982 una frase emblematica, mai disattesa, specchio del suo percorso artistico. “Prima che qualcun altro dipinga, preferisco farlo io stesso”. La progressione di quest’artista, enfant terribile con Werner Büttner, Georg Herold e Martin Kippenberger della scena artistica degli anni 80 sorprende per la sua diversità.
Alla fine degli anni ottanta, lavori densi e senza figure riconoscibili, si sostituiscono “alle messe in scena ironiche” dei primi anni. A. Oehlen inizia col scegliere elementi semplici per i suoi dipinti ad olio, per raggiungere poi una sorta di falsa astrazione, accompagnata volutamente da figure all’interno della tela, molto più figurative di tutto ciò che egli ha fatto fino a quel momento.
Non si possono utilizzare, per i lavori di Oehlen, i termini contrapposti di “astrazione” e “figurazione” in voga nel vocabolario della critica d’arte del dopoguerra. Albert Oehlen torna, infatti a più riprese, sull’inanità di tale opposizione. La “figurazione” si situa ovunque. L’occhio del fruitore vede e nel movimento in cui riconosce un oggetto lo astrae e lo situa in una struttura spaziale, culturale, affettiva, che null’altro è se non la sua memoria, o il legame invisibile tessuto tra i vari elementi al suo interno. “Astratto” e “figurativo” sono due concetti mobili che si richiamano l’uno l’altro senza essere contrapposti.
Analizzando la produzione d’Albert Oehlen, si percepisce un’evoluzione verso l’astrazione dei dipinti recenti rispetto ai primi.
Anche il formato evolve, Oehlen predilige nel tempo, tele molto grandi.
Si nota una duplicità nei suoi quadri, certamente astratti, perché
dipinti con ampie campiture di colori eppure sempre comprensivi
d’elementi di figurazione: l’artista, un toro, una finestra, una
colonna. Le direzioni dei temi affrontati sono numerose. La politica si mischia all’autoderisione, l’assurdo al serio, la menzogna alla storia.
Dagli anni novanta in avanti le opere dell’artista manifestano una perdita d’identità del soggetto; oggetti direttamente riconoscibili scompaiono.
Dopo la mostra del 2002 a Pozzuoli, Albert Oehlen presenterà alla galleria Artiaco di Napoli, sei opere: cinque tele di grande formato
con la tradizionale tecnica dell’olio ed acrilico(Auf Die Ruhige Tour
2002, La Playa Nueva 2002, Dr. 2002, Saat des 2002, Six feet under 2002), e un lavoro realizzato al computer ( Ohne titel 2003).
Alla fine degli anni ottanta, lavori densi e senza figure riconoscibili, si sostituiscono “alle messe in scena ironiche” dei primi anni. A. Oehlen inizia col scegliere elementi semplici per i suoi dipinti ad olio, per raggiungere poi una sorta di falsa astrazione, accompagnata volutamente da figure all’interno della tela, molto più figurative di tutto ciò che egli ha fatto fino a quel momento.
Non si possono utilizzare, per i lavori di Oehlen, i termini contrapposti di “astrazione” e “figurazione” in voga nel vocabolario della critica d’arte del dopoguerra. Albert Oehlen torna, infatti a più riprese, sull’inanità di tale opposizione. La “figurazione” si situa ovunque. L’occhio del fruitore vede e nel movimento in cui riconosce un oggetto lo astrae e lo situa in una struttura spaziale, culturale, affettiva, che null’altro è se non la sua memoria, o il legame invisibile tessuto tra i vari elementi al suo interno. “Astratto” e “figurativo” sono due concetti mobili che si richiamano l’uno l’altro senza essere contrapposti.
Analizzando la produzione d’Albert Oehlen, si percepisce un’evoluzione verso l’astrazione dei dipinti recenti rispetto ai primi.
Anche il formato evolve, Oehlen predilige nel tempo, tele molto grandi.
Si nota una duplicità nei suoi quadri, certamente astratti, perché
dipinti con ampie campiture di colori eppure sempre comprensivi
d’elementi di figurazione: l’artista, un toro, una finestra, una
colonna. Le direzioni dei temi affrontati sono numerose. La politica si mischia all’autoderisione, l’assurdo al serio, la menzogna alla storia.
Dagli anni novanta in avanti le opere dell’artista manifestano una perdita d’identità del soggetto; oggetti direttamente riconoscibili scompaiono.
Dopo la mostra del 2002 a Pozzuoli, Albert Oehlen presenterà alla galleria Artiaco di Napoli, sei opere: cinque tele di grande formato
con la tradizionale tecnica dell’olio ed acrilico(Auf Die Ruhige Tour
2002, La Playa Nueva 2002, Dr. 2002, Saat des 2002, Six feet under 2002), e un lavoro realizzato al computer ( Ohne titel 2003).
18
settembre 2003
Albert Oehlen
Dal 18 settembre al 24 ottobre 2003
arte contemporanea
Location
GALLERIA ALFONSO ARTIACO
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Vernissage
18 Settembre 2003, ore 20.00
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