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Omaggio a Alfredo Beghè
A due anni dalla sua scomparsa, la Galleria “ ViaMaestra 114 ” di Poggibonsi rende omaggio ad Alfredo Beghè proponendo una raccolta di ritratti e paesaggi che verrà presentata sabato 13 settembre alle ore 18,00 da Claudia Corti.
I caratteri salienti della pittura di Beghè sono stati efficacemente descritti da Massimo Vezzosi il quale, in occasione di una recente mostra postuma, ha osservato che “ sul piano pittorico nessuna frequentazione ha mai inciso direttamente sul suo stile, né le geometriche astrazioni dell’amico Silvano Bozzolini, né le varie intellettualistiche sperimentazioni di amici fiorentini, nemmeno l’attività più accattivante dello zio Otello Chiti ”. Alfredo Beghè, quindi, non appartiene a nessuna scuola, né alcuna lo rivendica come suo allievo. In proposito, sempre Vezzosi ha osservato che “qualche volta le case squassate e gli alberi irrigiditi cresciuti nei suoi dipinti” sono stati paragonati a quelli che gli espressionisti tedeschi hanno seminato nel “ paesaggio della pittura moderna europea. Ma, pur se viaggiatore in quel paesaggio, Alfredo certo più ne ha amato la luce antica e sospesa di un Casorati, la calma silente di nature morte e meriggi morandiani, o l’odore pungente di fiori marciti e seccati, distrattamente caduti a De Pisis sulle sabbie del Lido a Venezia ”.
Per alcuni aspetti formali è invece possibile tentare un prudente accostamento dell’opera di Beghè a quella del norvegese Edvard Munch, ma senza cedere a nessuna forzatura che potrebbe anche portare ad errori interpretativi. In tal senso, valgano le osservazioni di Claudia Corti, laddove scrive che “ la pittura di Beghè dà corpo ad un mondo quasi crepuscolare, dove dominano luci soffuse ed attenuate ….. e dove il colore assume sempre toni molto bassi, con una gamma estremamente ricca di grigi, verdi, rosa, terre, azzurri. Sono ….. i toni di colore che più si confanno ad esprimere un mondo di diffusa, sommessa tristezza, che non raggiunge mai la dimensione di tragedia, la disperazione catastrofica, irreparabile del ‘grido’, ma che invece incarna quella tragicità sottile e impalpabile che è il rischio dello scacco, come condizione ineliminabile, ossessivamente incombente nelle vicende umane ”.
Omaggio a Alfredo Beghè
Poggibonsi, Via Fiume, 60, (Siena)