Marco Prestia

Nel testo critico che accompagna la mostra dal titolo ”Quale normalità?!” il critico Federico La Paglia scrive:
C’è un romanzo che amo molto, in cui l’autore affonda le mani nelle viscere del malinconico animo del suo protagonista, fino a fargli vomitare tutta la rabbia o talvolta la rassegnazione del suo stato di emarginato.
Il libro è ”Le pareti della solitudine” di Tahar Ben Jelloun, e nel guardare i lavori di Marco Prestia e nell’approcciarmi alla scrittura di questo testo, immediata la mente è corsa alla vita dura e silenziosa di Mohamed.
Nella prefazione del romanzo, l’autore afferma che ”un romanziere è una specie di ladro di realtà bruta” e che ”solo la finzione letteraria può essere in grado di dire e di far vedere e capire un uomo che soffre nel cuore, nel corpo e nell’esistenza”; ma anche un artista come Prestia è capace dello stesso.

Marco cammina per le strade, guarda, e punta l’attenzione dove forse l’uomo che gli passa accanto ha solo gettato velocemente lo sguardo.
La realtà delle piccole cose, quelle più comuni, lo affascina al punto di spingerlo alla ricerca della verità che si cela dietro ”banali” episodi di vita qualunque.
Nei volti coperti dei suoi mendicanti e dei tossici vive l’emarginazione degli immigrati arabi di Ben Jelloun; in ”Jessica”, in ”Mattola” o nel suo ”Operaio” suicida vive la popolazione silenziosa delle strade cittadine, la porzione di mondo metropolitano nascosta dietro la noncuranza dei più. Sono esseri soli e senza identità perché tutti uguali agli occhi di chi guarda, celati dietro un velo d’indifferenza che li uniforma, e che nei lavori di Prestia assume l’aspetto di un’identica veste.

 
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10 settembre 2003

Marco Prestia

Dal 10 settembre all'undici ottobre 2003
arte contemporanea
Location
PIZIARTE
Teramo, Viale Cavour, 39, (Teramo)
Vernissage
10 Settembre 2003, ore

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