Promossa dall’Assessorato alla Cultura, la rassegna presenta una trentina di fotografie sul tema della danza e del ritratto, realizzate dall’artista fra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta.
Le opere a colori dedicate alla danza immortalano attori e attrici nella loro dinamicità, restituendo alle figure leggiadria e vitalità. La magia del balletto è “fermata” nel movimento; le immagini sono state scattate con tempi lunghi, cosicché il movimento risulta materializzato nella scia impalpabile del passo appena compiuto e lascia intravedere lo spostamento che seguirà. Gli scatti di Rosa Moncada sembrano voler condensare in un istante un’intera storia, fatta da un prima, un ora e un dopo; una storia che affascina e conquista con la semplicità realistica e, al contempo, la complessità simbolica.
Il binomio organicità/astrazione, tipico di ogni forma d’arte, nelle immagini della fotografa romana trova massima espressione attraverso la ricerca di una rappresentazione fedele della realtà, che necessariamente sviluppa un grado di astrazione: la scia di movimento, per esempio, dà corpo ad un aspetto proprio della realtà che difficilmente si lascia catturare dall’obiettivo, attraverso un processo non solo di registrazione, ma anche di interpretazione. Il punto di partenza della fotografia risiede nelle cose reali, ma queste non costituiscono un punto di riferimento diretto, perché la realtà nella fotografia si manifesta in rapporto all’interiorità di colui che la immortala.
L’artista anche per questo si è conquistata uno spazio dentro il panorama della ritrattistica italiana, con soggetti in bianco e nero, i cui volti prendono corpo attraverso un gioco di luci ed ombre.