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Andreu Alfaro – Goethe, Elegie Romane
Goethe scrive le venti Elegie Romane – chiamate inizialmente Erotica romana – tra il 1788 e il 1790, subito dopo il suo ritorno a Weimar. Il contenuto fa supporre che il poeta abbia vissuto a Roma un’intesa storia d’amore; tuttavia la data di produzione lascia pensare che anche il recente amore scoppiato tra il poeta e Cristiane Vulpius nel 1788, sia stato fonte d’ispirazione.
Le Elegie furono pubblicate per la prima volta nel 1795 nella rivista «Die Horen» a cura di Friedrich Schiller. Alla fine Goethe rinuncerà alla pubblicazione di altre quattro elegie per il loro contenuto troppo audace.
La relazione con “Faustina”, libera da convenzioni sociali, costituisce per Goethe il simbolo di una antichità incorrotta e innocente, in cui hanno ancora posto la gioia di vivere e il piacere dei sensi. Anche la scelta del verso rappresenta un omaggio all’antichità: Goehte infatti compone le Elegie usando il distico elegiaco, già utilizzato da Tibullo, Properzio e Ovidio per cantare le gioie e le pene d’amore.
Nel 1997/98 lo scultore spagnolo Andreu Alfaro arricchisce il ciclo di opere dedicate a Goethe con una serie di litografie ispirate alle Elegie.
Eros appare qui – in maniera talvolta sorprendentemente concreta – come una trasposizione figurativa del linguaggio riccamente metaforico di Goethe in qualcosa di nuovo: cioè in un gioco erotico trasformato in immagine.
Alfaro presenta la figura femminile in tutta la sua corporeità e sensualità – plasma seni, ventre e pube assemblando semplici segmenti di cerchio o ‘moduli’ -, e contrappone ad essa la figura maschile, raffigurata in maniera asessuata, di spalle o di tre quarti.
Quando Alfaro raffigura Goethe sceglie la testa di marmo dai contorni netti e la unisce alle morbide curve del corpo femminile. La donna lo corteggia, lo bacia, lo ama e lo contiene nel suo grembo. Ma persino lì – al ‘centro del mondo’ – la mente di Goethe rimane lucida, si lascia sì accendere, ma non obnubilare.
Alfaro coglie acutamente il senso delle riflessioni goethiane sull’amore contenute nelle Elegie, e lo riproduce con pochi tratti, come qualcosa che mantiene una distanza, come un gesto intellettuale.
Andreu Alfaro – Goethe, Elegie Romane
Malcesine, Via Castello, (Verona)