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L’isola che non c’è – Arte con la sindrome di Peter Pan
In questi anni si parla molto della “generazione X”, ovvero dei trenta – quarantenni che stentano a trovare una dimensione adulta del loro vivere e, in questa occasione, l’osservatorio sociale è offerto dalla visuale degli artisti, recettori particolari del reale e narratori privilegiati del proprio tempo. Con occhi di bambini forse non del tutto cresciuti. Questa è una collettiva eterogenea che vuole spaziare tra pittura, scultura e installazioni, nel tentativo di raccontare attraverso questo gruppo di giovani artisti (alcuni di loro ormai molto più di semplice promesse del panorama nazionale…) un’Isola che non c’è. Questa è l’Arte con la sindrome di Peter Pan. Suggestioni, evocazioni di miti, utopie e confini labili: gli artisti che si confrontano con quella che gli esperti definiscono la Sindrome di Peter Pan e, come i loro coetanei, sono in bilico tra il mondo degli adulti e il passato dell’infanzia, tra i sensi di responsabilità e il desiderio di fuga.
Mentre gli eventi mondiali destabilizzano le certezze del mondo occidentale, si fa forte il desiderio di rifugiarsi in un mondo raccolto, dominato dagli affetti, dalle relazioni sociali, dalla riscoperta del proprio territorio. Un tentativo forte di esorcizzare la paura e di evitare angosce schiaccianti. L’infanzia diventa allora un “luogo” interiore da coltivare nei suoi aspetti più fantastici, esaltandone gli aspetti ludici e sognanti. Se questa ricerca rischia di impedire l’osservazione degli avvenimenti, offrendosi come via di fuga dalla realtà, diventa anche un modo per difendersi dalla violenza della quotidianità e per salvaguardare la parte più delicata della persona.
L’isola che non c’è – Arte con la sindrome di Peter Pan
Reggio Nell'emilia, Via Dante Alighieri, 11, (Reggio Nell'emilia)