I disegni e le parole dell’artista compongono un racconto che si snoda su un nastro di carta, alto 1 metro e mezzo, che percorre come un fregio a narrazione continua la base delle pareti perimetrali della chiesa, e in grandi tele a tempera esposte sopra la linea del fregio, come un suo contrappunto, precisazione e continuazione. Una narrazione di fantasia e memoria che racconta di pinguini, ippopotami, conigli, finestre, incudini, di una grande pinza (“cagna”): personaggi ed oggetti di una cultura che vive “prima del mare” e che vedendolo, all’orizzonte, lo sente, ed anche lo teme, come un immenso porto di ambigue possibilità. Una cultura che in parte si riassume nell’immagine di Robespierre che raccoglie le stelle cadute e le depone sul carro, nell’idea della rivoluzione e della perdita.

Verrà presentato in mostra un importante libro d’arte, il titolo è ancora “Prima del Mare”, edito a Milano da “Una Luna” e stampato in monotype con cliché di piombo dalla tipografia Olivieri, una delle poche ormai in Italia ad usare questo prezioso tipo di stampa. Del libro, in carta fatta a mano, sono state stampate 365 copie numerate, una per ogni giorno dell’anno.
Come in una pellicola cinematografica si snodano un racconto e disegni, molti dei quali ritoccati a mano in acquerello da Cecchi. Il libro è concepito come primo di una trilogia in cui si narra di Adrio (un po’ Ulisse), un contadino che dai colli dorati guarda con struggimento il mare all’orizzonte e che idealmente s’incammina per raggiungerlo e per approdare in quel groviglio di luci che vede da lontano, la città. I successivi due volumi, che l’artista realizzerà nei prossimi due anni, saranno dedicati rispettivamente alla città e al mare.

Parte dei disegni del fregio e del libro sono stati riprodotti nel bel catalogo della mostra, 16 fogli in formato tabloid, contenente anche i testi di presentazione di Paola Pallotta e Concetto Pozzati.