Palazzo dei Sette di Orvieto dedica a Filippo Marignoli un’ampia mostra antologica con opere di tutto il suo percorso creativo (1957-1985), tra cui trenta tele realizzate negli anni ’70 ed ’80, recentemente esposte alla Academy of Art di Honolulu (USA), che hanno come tema un’originale interpretazione del Paesaggio, dipinto analiticamente attraverso una rappresentazione verticale dello stesso.
I lavori in questione erano stati presentati per la prima volta negli anni ’70 dalla Galleria Denise Renè di Parigi e dall’Attico di Roma ed è prevalentemente in tali gallerie, tra le più importanti d’Europa, che Marignoli ha esposto lungo l’arco della sua carriera.
Nella seconda metà degli anni ’50 aveva esordito con lavori spesso di grandi dimensioni, legati al clima Informél di quel periodo, facendolo presto ritenere uno degli artisti più promettenti della nuova generazione. Ma già all’inizio degli anni ’60 si era distaccato da quel linguaggio ed aveva lasciato l’Italia, prima trasferendosi a New York poi a Parigi, ma recandosi spesso alle Isole Hawai, dove aveva sposato Kapiolani Kawanakoa, principessa della dinastia regnante prima che le Hawaii divenissero uno stato degli USA.
I quadri degli anni ’60 mostrano un artista originale e culminano in una serie di grandi opere che iniziano ad elaborare il tema del paesaggio attraverso una fitta griglia segnica ed ampi campi di colore. I “Paesaggi verticali” sono il punto d’arrivo di tale ricerca ed uniscono il rigore analitico, organizzato e quasi “classico”, ad una rappresentazione visionaria del paesaggio. Va sottolineata l’assoluta originalità di queste opere.