-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Artisti e fornaci. la felice stagione della ceramica a Roma e nel lazio (1880 – 1930)
L’esposizione è l’ideale prosecuzione della mostra Duilio Cambellotti e la ceramica a Roma dal 1900 al 1935 a cura di Mario Quesada, tenutasi nel 1988 a Faenza, che per la prima volta approfondiva e rivelava le vicende dimenticate della ceramica romana; l’accento era allora puntato sulla figura innovativa e promotrice del grande scultore romano.
Oggi opere inedite e firme finora sconosciute integrano e correggono il lavoro fatto a suo tempo, lavoro che comunque rimane un valido supporto d’indagine.
L’intento è di riscattare la produzione artistica della ceramica da quel retrogusto gozzaniano che l’ha etichettata per anni e di restituire all’originale fenomeno “ceramica romana” un posto degno nella storia dell’arte decorativa italiana.
Divisa in sei sezioni, la mostra illustra, attraverso un corpo di circa 200 opere, la popolarità e la diffusione di soprammobili e di oggetti ceramici tra strati sociali molto diversificati, a Roma e nel Lazio tra la fine dell’800 e gli anni Venti.
Nella prima sezione – L’eclettismo di fine Ottocento – viene analizzata la tendenza al recupero di stili e iconografie del passato e la fascinazione delle terre lontane; la seconda sezione – L’Art nouveau – si sofferma sull’influenza che lo stile moderno ebbe sul repertorio decorativo delle ceramiche. Nella terza e nella quarta sezione – Gli artisti, Le manifatture – l’attenzione è posta sulle personalità artistiche (Alfredo Biagini, Luciano Mauzan, Giovanni Prini, Duilio Cambellotti, ecc.) che, con il loro segno distintivo, hanno contribuito a rendere la “ceramica romana” identificabile e innovativa; e sulle manifatture e gli imprenditori che della ceramica fecero un mestiere e che tentarono pionieristicamente una prima via industriale al design degli artisti.
La quinta sezione – Oggetti d’uso e manufatti pubblicitari – è dedicata alle produzioni di oggetti comuni e di manufatti con decorazioni “parlanti” e iscrizioni pubblicitarie, capaci di veicolare un messaggio insieme al gusto dell’epoca. L’ultima sezione – Lo zoo – riflette, infine, il gusto dilagante per l’esotismo e l’interesse per la fauna tropicale: a Roma nel 1911 si apre il primo giardino zoologico.
Le opere qui presentate, maggiori e minori, custodite in musei e collezioni private, costituiscono un patrimonio sconosciuto che testimonia un inedito episodio il quale si inserisce autorevolmente nella generale rivalutazione del periodo che va dall’Eclettismo al Déco, passando per il Liberty.
Artisti e fornaci. la felice stagione della ceramica a Roma e nel lazio (1880 – 1930)
Roma, Piazza Di Sant'egidio, 1B, (Roma)