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Franco Beltrametti – viaggio in bianco e nero
Nato a Locarno nel 1937, Beltrametti si è laureato in architettura al politecnico di Zurigo nel 1963 per abbandonare subito la professione e dedicarsi invece a quella che fin dall’adolescenza si era profilata come una doppia vocazione: poesia e arte visiva. Parola e immagine, intrecciate in un dialogo silenzioso, diventano per lui a partire dai primi anni Sessanta non solo il campo della ricerca, ma un indirizzo di percorso. Giappone, California, Sicilia, sono solo le prime tappe di un’esistenza concepita, fuori e dentro la metafora, come viaggio. Nel solco di una generazione che riconosceva nella sperimentazione della beat generation americana (Ferlinghetti, Corso, Kerouack) e delle avanguardie italiane (Adriano Spatola, Giovanni Anceschi e Nanni Balestrini) , nonché nella spiritualità orientale i punti di riferimento del proprio orizzonte, forte delle amicizie strette fin dai primi anni in Giappone (Gary Snyder, Philip Whalen, Cid Corman) e in Italia (Giulia Niccolai, Adriano Spatola, Lalla Romano, Frenanda Pivano ecc.), Beltrametti ha elaborato una sua mitologia essenziale.Il rigoroso principio d’ordine che informa la ricerca di Beltrametti, il silenzioso dialogo tra segno e scrittura, costituisce lo scheletro di questa mostra. Sono esposti non soltanto dipinti, volumi di poesie e oggetti, ma anche un materiale che racconta la storia di una scelta radicale e lontana da ogni compromesso, scelta che ha dato luogo a un percorso unico e leggibile in ogni sua fase, cosparso di segni capaci ogni volta di combinare l’autenticità, la grazia con l’assenza e il vuoto in un lavoro che si svolgeva perlopiù nel privato, ma non poteva prescindere mai dal rapporto con l’universo esteso e vario degli interlocutori abituali.
Franco Beltrametti – viaggio in bianco e nero
Gibellina, Baglio Di Stefano, (Trapani)