In questa mostra, Mauro Staccioli (Volterra, 1937) prende le mosse dagli esiti delle sue ricerche per una scultura di relazione con l¹ambiente urbano.

Dopo l¹esperienza della IX Quadriennale di Roma del 1964, in cui lo scultore non ancora trentenne è presente con un gruppo di opere, lo spazio urbano diventa il punto focale dei suoi interessi plastici.

Dopo dodici anni dalla personale che gli dedicò la Galleria Fioretto, l’artista anche in questa occasione si misura con lo spazio della galleria proponendo una grande scultura realizzata appositamente per la mostra: un grande Arco Rampante in ferro zincato, alto sette metri e mezzo. L’andamento ascensionale e discensionale dell’arco mima il movimento del pensiero che si interroga, torna su se stesso e prende forma nell’opera.
In mostra inoltre alcune opere storiche in cemento e ferro ­ Condizione barriera , Anticarro , Stele .

Nella stessa occasione, come evento collaterale della mostra “La grande svolta. Viaggio negli anni Œ60 in Italia², a cura di Virginia Baradel, Ennio Ludovico Chiggio e Roberto Masiero, Staccioli offre alla città un saggio del suo lavoro a scala urbana: propone infatti un¹installazione formata da nove punte piramidali in ferro nero (cm 200x90x90), realizzate per la Piazza dei Priori di Volterra nel 1972, che saranno esposte sul Liston, la passeggiata pedonale nel cuore di Padova. Una ³linea diagonale transitabile², che si impone come ostacolo e obbliga il pubblico a ripensare il proprio rapporto con lo spazio.