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Vette d’astrazione
Sabato 31 maggio 2003 inaugura la mostra Vette d’astrazione , quarta esposizione delle cinque previste dalla rassegna DA CIMA A FONDO , nell’ambito del progetto del Progetto Valle d’AostArte, allestite in successione alla Tour Fromage di Aosta da gennaio a settembre 2003.
Le opere scelte per Vette d’astrazione , a cura di Guido Comis , sono esempi di razionalizzazione e di semplificazione, di formalizzazione artistica dell’immagine dei massicci, delle vette e dei pendii innevati. Sono esposti lavori fotografici, dipinti, disegni e sculture che rappresentano in primo luogo forme di stilizzazione della montagna. L’attenzione è rivolta alla montagna come forma plastica o visiva piuttosto che al suo significato metaforico o simbolico analizzato nelle mostre precedenti Mystic Mountains , Far Away So Close e La montagna disincantata .
Particolarmente rappresentativa del tema della mostra è Complex Form, una scultura di Sol Lewitt del 1988 che traduce masse che paiono ispirate ai massicci montuosi in un articolato solido geometrico. La montagna è rivista dunque attraverso un’ottica minimalista, che riconduce la multiformità naturale ad una dimensione astratta, irrealistica, ma proprio per questo maggiormente comprensibile. Sol Lewitt, nato nel 1928 a Hartford, nel Connecticut, è uno dei maggiori artisti americani del novecento. Protagonista del movimento Minimal e fautore dell’arte come espressione di un’idea, è rappresentato nei maggiori musei di tutto il mondo.
Seguendo il percorso dell’allestimento, il visitatore incontra poi i grandi disegni a china dell’artista israeliana Yehudit Sasportas (Ashdod, Israele, 1969), che appiattiscono i massicci in immagini bidimensionali attraversate da linee sottili. L’artista che lavora a Tel-Aviv, negli ultimi anni ha esposto al Tel-Aviv Museum of Art (The Carpenter and the Semastress , 2000) e presso il Berkeley Museum of Art, San Francisco (Matrix , 2002) ed ha partecipato alla Biennale di Istanbul del 1999 e a quella di Valencia nel 2000.
Seguono le sculture in ceramica di Amedeo Martegani (Milano, 1961), che rappresentano montagne e scogliere la cui superficie bianca è percorsa da tratteggi colorati verticali o orizzontali come fossero curve di livello. Fra le mostre dell’artista Le forme del suono (Stazione Leopolda, Firenze, 1996), Minimalia (Venezia, Roma e New York 1997), la Biennale di Valencia nel 2001 e Sotto lo stesso cielo, Galerie Kunstler, Monaco e Centro Arte Contemporanea Castello Ujazdowski, Varsavia, 2001.
Vette d’astrazione
Aosta, Via Hotel Des Monnaies, (Aosta)