Il Bianco e il nero, la luce e il buio. Contrasto di sentimenti, di stati d'animo, "non colori" che definiscono invece tensioni emotive e simboliche di grande profondità. Yin e Yang, i contrasti che si completano nel simbolo del pieno e del vuoto. Attraverso il tempo trascorso in questi anni, dai primi lavori in cartone, terra e stoffa, simili a reperti archeologici di un passato personale, interiore, che lei ci regalava attraverso questi segni tangibili di un suo passaggio in questa realtà che è il mondo dell'Arte, Paola Pezzi è arrivata adesso al cielo, al bianco totale, quasi un'asceta giapponese, che ha imparato a riempire col vuoto, con l'eleganza del minimal, che toglie e non agiunge: il colore, nuovo protagonista assoluto delle sculture precedenti che esplodevano in una germinazione sui muri in forma di cannucce, matite, pannolenci, è colato via, ora congelato in un percorso "innevato" che l'ha condotta ad un Limbo interiore in cui le emozioni, ben nascoste, sembrano celarsi dietro queste sculture algide, non private tuttavia della loro forza interiore... come i ghiacciai islandesi, sotto la cui fredda e inattiva apparenza bollenti correnti d'acqua generano gaiser, che sfiatano vapori caldi dalle fratture della crosta. Così, Paola Pezzi ha incanalato questa sua energia colorata in un dominio delle passioni che l'ha portata a creare questi "fantasmi dell'opera", intesi non come spettrali presenze, o assenze, ma come memorie, ombre di quelle che un tempo furono opere, di cui oggi ci rimane questo ricordo