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Vextacity – Nigel Coates
L’allestimento di quest’anno sarà cerniera fra un passato recente appena consumato che ha visto cadere simboli, strutture e monumenti di una dittatura assieme alla sua città, ai suoi ponti, i suoi musei, le sue biblioteche, le sue abitazioni e, quindi, il suo futuro ossia il domani di una civiltà di cui gli scenari futuri non saranno solo immagini. Bagdad, Grozny, Los Amngeles, Guantanamo, oggi rappresentano la realtà ambigua di quella città ideale che ormai più nessun rinascimento o potenza occidentale può immaginare o credere di ricostruire. L’ambiguità tra spazi di concentrazione/concentramento, di ospitalità/controllo è tale e pari all’ambiguità dei nostri confini, delle nostre frontiere e della permeabilità/impermeabilità degli spazi sociali e delle relazione tra gli individui. Con l’allestimento di quest’anno continuiamo nella direzione di una verifica, dal punto di vista dell’arte e dell’architettura contemporanee, dell’identità dello spazio sociale e urbano del tempo presente. La scorsa edizione con l’allestimento di “Amacario-Agorà” degli Stalker, labirinto post-piranesiano, opera interattiva tra le linee di contatto e di scambio tra i singoli individui e gli spazi da loro occupati. Questa edizione vedrà la continuazione lungo questa direzione attraverso la visione di una città dei conflitti e dei contrasti, dalla scena tragica e non conciliatrice dei suoi spazi urbani. La confronteremo con la visione di una città apparentemente e ambiguamente messa al sicuro dalle tragedie che stravolgono la contemporaneità del sistema occidentale. La democrazia e la sua civiltà possono essere, talvolta, uno specchio trasparente sull’ “..orrore, orrore, orrore” (“Cuore di tenebra”, J. Conrad).
Vextacity – Nigel Coates
Firenze, Viale Fratelli Rosselli, 5, (Firenze)