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Domenica 24 marzo, con un opening non stop dalle 12 alle 20, all’ICA Milano inaugureranno due nuove mostre: “Hans Josephsohn” (1920, Königsberg – 2012, Zurigo), a cura di Alberto Salvadori, la prima retrospettiva italiana dell’artista tedesco naturalizzato svizzero, realizzata in collaborazione con il Kesselhaus Josephsohn di San Gallo, e “Galleria dell’Ariete. Una storia documentaria”, a cura di Caterina Toschi, con cui ICA dà il via alla serie dei “Gallery Focus”, «un’esplorazione in capitoli della storia delle gallerie italiane dagli anni Cinquanta a oggi, attraverso una selezione di documenti d’archivio».
Abbiamo posto alcune domande sulle mostre ad Alberto Salvadori, direttore artistico di ICA Milano.
Come è nata la mostra di Hans Josephsohn? Come è strutturato il percorso espositivo?
«La mostra “Hans Josephsohn” nasce dal presupposto che in Italia non sono mai state dedicate monografiche alla sua produzione artistica, nonostante il suo legame con il nostro Paese sia stato saldo e duraturo nel tempo, a partire dai suoi brevi studi di arte condotti a Firenze. Dopo la guerra Josephsohn vi farà spesso ritorno, soprattutto in quei luoghi tra la bassa Maremma e l’alto Lazio, in cui era avvenuto il suo determinante incontro con l’arte etrusca. Prima d’ora la sua opera è stata presentata solo in rare occasioni come alla 55ma Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel 2013. Questa mostra esprime la scelta di ICA di presentare al pubblico italiano artisti ancora poco noti in Italia, ed è per questo che abbiamo scelto di organizzare un’importante retrospettiva che abbraccia le diverse fasi della sua produzione, dagli anni Cinquanta ai primi anni 2000. Il percorso espositivo verte sulla fragile relazione tra l’essere umano e il mondo che lo circonda e comprende un considerevole numero di opere scultoree in ottone, creta e cemento che danno forma alle varie tipologie in cui lo stesso Josephsohn classificò il proprio lavoro: teste, mezze figure, figure in piedi, figure distese e rilievi. In mostra sarà esposta anche una raccolta di disegni preparatori bozzetti e un docufilm che indaga la ricerca dell’artista e il processo creativo del suo lavoro».
Come è nata la mostra “Galleria dell’Ariete. Una storia documentaria”? Che cosa vedremo in mostra?
«”Galleria dell’Ariete. Una storia documentaria”, a cura di Caterina Toschi, si inserisce nell’ambito del progetto “Gallery Focus”, un’esplorazione in capitoli della storia delle gallerie italiane che nel Secondo dopoguerra hanno agito in maniera determinante per l’affermazione di una storia di collezionismo, gusto e pensiero in Italia. Questa prima edizione è un omaggio alla milanese Galleria dell’Ariete creata da Beatrice Monti della Corte che la inaugurò nel 1955. La sua rilevante esperienza, terminata nel 1979, è raccontata attraverso una vasta selezione di documenti d’archivio, tra cui cataloghi e manifesti delle mostre, corrispondenza, riviste e fotografie, come alcuni scatti di Ugo Mulas e François Halard. Al numero 5 di via Sant’Andrea, la Galleria dell’Ariete ha esposto artisti italiani del Secondo Novecento, come Lucio Fontana, Carla Accardi, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Piero Manzoni, Fausto Melotti, gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo e il gruppo dell’Arte Povera. A questi aggiungerei nomi come Beacon, Rauschenberg, Twombly, tanto per citarne alcuni, assumendo un ruolo decisivo nella trasformazione di Milano in un crocevia di ispirazioni internazionali e scambi multidisciplinari, contribuendo all’aggiornamento della cultura visiva italiana».
Come si inseriscono queste mostre nella programmazione di ICA?
«ICA Milano – Istituto Contemporaneo per le Arti è un’istituzione dinamica e propositiva per la città nel segno dell’apertura al grande pubblico. Un luogo dove ritrovarsi per raccontare e parlare di arte in senso lato, dove condivisione e partecipazione sono le parole chiave per comprenderne l’attitudine. L’attività espositiva si inserisce in questa visione sia come riscoperta di grandi autori e storie del Novecento sia attraverso un lavoro quotidiano sul contemporaneo. L’impegno di ICA non si esaurisce esclusivamente nella progettazione e presentazione di mostre ma si estende alla promozione di un filone di ricerca e approfondimento sulle arti attraverso un ricco programma di appuntamenti e iniziative che consenta al pubblico di sviluppare nuove chiavi di lettura».
Quali altri progetti state sviluppando?
«Attualmente stiamo lavorando al programma “ICA Extra”, che comprende una “Scuola di filosofia” coordinata da Riccardo Venturi. L’iniziativa, su base annuale, si svolgerà attraverso incontri/laboratori di più giorni volti a speculare il rapporto tra produzione artistica e ricerca filosofica contemporanea. ICA assieme a “Immaginario” è anche promotore di un progetto pilota dedicato alle persone affette da Alzheimer e ai loro parenti, “AAA – Arts and Access for All”, che punterà a creare sul territorio le competenze necessarie per diffondere attività educative accessibili con l’auspicio di un differente approccio alla didattica museale. Tra le altre iniziative in cantiere ci sono un programma dedicato al cinema e una serie di appuntamenti estivi. Presto vi sveleremo di più». (Silvia Conta)
Foto: Hans Josephsohn, tre grandi mezze figure, 1991, 1979, 1991 (da sinistra a destra), installation view, Kesselhaus Josephsohn, San Gallo, Photo: Katalin Deér, Kesselhaus Josephsohn St.Gallen, Courtesy Josephsohn Estate, Kesselhaus Josephsohn/Galerie Felix Lehner, Hauser & Wirth
“Hans Josephsohn”
a cura di Alberto Salvadori
dal 25 marzo al 2 giugno 2019
“Galleria dell’Ariete. Una storia documentaria”
a cura di Caterina Toschi
dal 25 marzo al 2 giugno 2019
ICA Milano – Istituto Contemporaneo per le Arti
Via Orobia 26, Milano (MM3: Lodi T.I.B.B. o Brenta)
Opening: 24 marzo, dalle 12.00 alle 20.00
Orari: dal giovedì alla domenica, dalle 12.00 alle 20.00
www.icamilano.it, office@icamilano.it