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Fino al 12 maggio, al Jeu de Paume del Castello di Tours, struttura dell’XI secolo che ospita anche mostre d’arte contemporanea, è visibile Koen Wessing, The indelible image. La mostra presenta una serie di scatti del fotografo olandese (Amsterdam, 1942), uno dei più grandi cronisti della storia del dopoguerra. Wessing iniziò come freelance nel 1963, e da lì in poi raccontò con le sue immagini tantissimi eventi di rilievo: dalle rivolte del Maggio del 1968 a Parigi all’occupazione del Maagdenhuis, sede del rettorato dell’Università di Amsterdam, nel 1969. Dall’Apartheid in Sud Africa al Cile subito dopo il colpo di Stato militare nel 1973 contro il governo Allende alle rivolte Nieuwmarkt nel 1975. In seguito ha lavorato in Irlanda, Guinea-Bissau, Nicaragua, El Salvador, Cina e Kosovo. I protagonisti delle sue immagini sono sempre gli oppressi, coloro che vengono dimenticati dalla storia, e non i fatti di cronaca che li hanno resi vittime.