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Avete presente quando state cercando le chiavi di casa e, invece, trovate una banconota da 10mila lire tutta sgualcita? Si chiama serendipità e sappiate che ci sono casi anche più clamorosi di questo. Per esempio, al British Museum credevano di avere in collezione un antico vaso e, invece, era un’arma letale. Insomma, ci vuole poco, basta cambiare punto di vista.
Al museo inglese è attualmente visitabile, fino al 27 gennaio, “No Man’s Land”, piccola mostra dedicata all’antichissima questione delle guerre di confine. In esposizione, i reperti di quello che è il primo conflitto in tal senso di cui ci sia giunta traccia, uno scontro avvenuto nel terzo millennio a.C. tra due città-stato sumere, Lagash e Umma, che si contedevano i territori limitrofi chiamando in causa anche la volontà degli dei. Durante le ricerche, i curatori si sono resi conto che quello a tutti gli effetti sembrava un vaso, era invece la testa in argilla di una clava. Un’arma letale, usata per infierire il colpo di grazia durante le esecuzioni e creata appositamente per Gishakidu, re di Umma, che evidentemente l’avra usata in diverse occasioni e magari con una certa soddisfazione. Solo che, messa al contrario, nessuno se ne era mai accorto. Riposizionata correttamente, è stata anche raffrontata a un’altra arma simile, conservata alla Yale University, e il suo scopo originario, adesso, sembra essere molto più chiaro.