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Per la prima volta in Francia, Manifesta avrà – selezionati dalla direttrice Hedwig Fijen – Alya Sebti, direttrice di origine marocchina della ifa Gallery di Berlino, curatrice della 13° Dak’Art, Biennale di arte africana contemporanea di quest’anno e direttore artistico della 5° Biennale di Marrakech; l’architetto spagnolo Marina Otero, direttrice della ricerca e dello sviluppo presso Het Nieuwe Instituut di Rotterdam, Olanda; la russa Katerina Chuchalina, residente a Mosca e direttrice esecutiva della Fondazione V-A-C di Mosca e Venezia; e il tedesco Stefan Kalmár, attualmente direttore dell’ICA a Londra, già direttore di Artists Space e Kunstverein München, che in passato ha anche vissuto a Marsiglia.
“Manifesta 13 Marsiglia vuole replicare lo stesso approccio innovativo introdotto da Manifesta 12 Palermo, edizione in cui un approfondito studio urbano ha preceduto la nomina di 4 mediatori creativi con diversi background, i quali hanno collaborato per integrare genuinamente la biennale nel tessuto sociale, culturale e politico della città di Palermo. Questo modello proseguirà con Manifesta 13 che si terrà nel 2020 a Marsiglia, al fine di far parlare la città stessa tramite la biennale, e lasciare un patrimonio tangibile come fatto a Palermo”, si legge nel comunicato diffuso poco fa.
Hedwig Fijen, più nello specifico, ha invece rimarcato la scelta di Marsiglia per il suo essere da sempre “città “estranea”, caratterizzata da molte contraddizioni, dal momento che molti cittadini si considerano prima marsigliesi e solo in seconda battuta francesi. Eppure questa città, con il suo grande multiculturalismo, e tutte le sue complessità e lotte sociali, è forse per noi la prova definitiva di come Marsiglia, Francia ed Europa stiano affrontando i più importanti conflitti del nostro tempo”. Stay tuned!