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29
novembre 2018
Fino al 20.I.2019 Noi continuiamo l’evoluzione dell’arte Arte Informale Dalle Collezioni Della Gam-Torino Complesso Monumentale Di San Francesco, Cuneo
altrecittà
La Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino in collaborazione con la Fondazione CRC prosegue il percorso tematico iniziato la scorsa stagione con “Io non amo la natura” e presenta “Noi continuiamo l’evoluzione dell’arte” Arte informale dalle collezioni della GAM-Torino. Nuovo progetto espositivo a cura di Riccardo Passoni, inaugurato presso la suggestiva cornice delle sale del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo, a sostegno della valorizzazione del grande patrimonio artistico delle collezioni GAM in un territorio ricco di storia in cui il rapporto fra arte informale e architettura sacra ne esce rafforzato. Riccardo Passoni concepisce un percorso di circa sessanta opere articolato lungo i mille metri quadri del complesso monumentale cuneese, narrando dieci anni di arte informale italiana.
Artisti dall’indole ingovernabile intraprendono una ricerca astratto-concreta con l’investigazione della natura nella sua essenza più irrazionale e con l’abbandono dei canoni rappresentativi convenzionali, a partire dall’esaurimento della stagione parigina postcubista fino a sperimentazioni proiettate verso l’avanguardia americana. Ma il Piemonte è pur sempre intriso da un dolce effluvio di Francia, e la collezione che è cresciuta nel tempo grazie alle diverse acquisizioni dalle mostre “Pittori d’oggi. Francia/Italia” tra il 1951 e il 1961, propone una serie di opere di Enrico Paolucci, Piero Ruggeri e Filippo Scroppo che originariamente influenzati da Cézanne e dalla corrente neocubista, rincorrono dal dopoguerra nuove indagini espressive rivolgendosi all’informale britannico e all’espressionismo astratto americano. Ruggeri in particolare fa riferimento a Bacon a De Kooning e Kline; Paolucci abbandona le “suggestioni parigine” volgendo verso composizioni astratte; mentre Scroppo rinnega pian piano qualsiasi valenza figurativa.
Noi continuiamo l’evoluzione dell’arte, Arte Informale Dalle Collezioni Della Gam-Torino
Gli artisti s’inoltrano nell’incanto di una natura sconosciuta, se non altro più affine alla poetica del reale, lo dimostra il paesaggio animato di Francesco Casorati Pavarolo e l’Estate di Bruno Cassinari, tra i firmatari del “Gruppo degli Otto”, movimento riunito intorno alla figura del critico Lionello Venturi. Accanto a un (Grande) Ferro M5 di Burri troviamo le Attese (1961) di Lucio Fontana, fondatore di quel Manifiesto Blanco del 1946 in poi ha posto le basi di una rivoluzione artistica per la sensibilità spaziale e dal cui incipit prenderà titolo la mostra. I linguaggi di Afro Basaldella, Renato Birolli, Alfrerdo Chighine, Mattia Moreni, Ennio Morlotti e Giuseppe Santomaso seppur differenti fra loro si concentrano sull’esplorazione della materia attraverso ampie campiture cromatiche, incisioni, sottili lineature e una parvente figurazione. In Composizione e Diario paesano (Senza Titolo) Tancredi Parmeggiani si erge ad alfiere delle più alte sfere di un informale naturalistico sempre più vicino all’action painting, nello “sconvolgimento degli elementi naturali” grazie a un segno carico di colore, a un’alterazione furente dello spirito, lontano da ogni disciplina formale e dalla serenità di ciò che appare.
Laddove alcuni artisti individuano forma e materia quali campi d’indagine altri come Carla Accardi e Giuseppe Capogrossi si concentrano su un universo segnico; altri ancora, come gli esponenti della scuola romana quali Achille Perilli, Giulio Turcato e Toti Scialoja si addentrano in un affascinante misto rivelativo materico segnico, dagli elementi biomorfi e “impressioni” visive, in un contrasto cromatico fra luci e ombre, fondi chiari e scuri. Ammalia l’evoluzione preponderante di un espressività alla ricerca di un essenziale quasi tangibile: dall’aspetto meditativo degli oggetti di chiara attitudine Morandiana nelle opere di Sergio Romiti, al tributo alla Francia impressionista di Pisarro in Pontoise, opera di Piero Dorazio che cela una natura fulgida, una genesi luminosa che appare in una veste puntinista nascosta sotto una fitta serie di “reticoli” traslucidi sovrapposti. A Emilio Vedova, al suo dittico in mostra, viene attribuito il compito d’immortalare un processo irreversibile che ha attraversato la ricerca e la pratica artistica in quegli anni famelici di esperienza. La sua pratica corre veloce al punto da trasformare la gestualità in strumento d’investigazione del dato reale, gestualità come forma di conoscenza, che da una superficie pittorica all’altra si manifesta nel suo essere e divenire, sempre più lieve e convulsa nell’abdicazione di ogni referente naturale, nell’ostinazione dirompente di un artista intento a scardinare i canoni stilistici precedenti. Una nota di merito va al progetto curatoriale, a una scrittura espositiva lodevole nel favorire la percezione di una poetica spirituale in un crescendo d’immagini sempre meno figurali che trova il suo culmine nella foresta di sculture di Colla, Consagra, Garelli, Mastroianni e Mirko Tarantino, una plasticità anch’essa contaminata da un abisso formale, da un’investigazione che va oltre la vita reale.
Sempre più trascendentale, sempre più antinaturalistica.
Rino Terracciano
Mostra visitata il 23 ottobre 2018
Dal 24 ottobre 2018 al 20 gennaio 2019
“NOI CONTINUIAMO L’EVOLUZIONE DELL’ARTE” Arte informale dalle collezioni GAM – Torino
Cuneo – Complesso Monumentale di San Francesco
Via Santa Maria, 10. Cuneo, 12100
Orari: Martedì/Venerdì 15.30 – 18.30; Sabato/Domenica 11.00 – 18.30 – Ingresso gratuito
Info: PCM Studio – press@paolamanfredi.com | Tel. +39 0236769480; Uff. Stampa GAM –
Tel.+39 0114429523 | daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it