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La Basilica di Santa Maria Assunta a Gallarate ha aperto le sue porte a due opere d’arte che rappresentano il culmine dei lavori di restauro e riqualificazione della chiesa, iniziati a luglio del 2016. Il progetto, nato dalla volontà della comunità parrocchiale di riportare alla luce uno dei simboli della città e renderlo fruibile a tutti, è stato possibile grazie alla donazione di Franco Moggio e del Prevosto Mons. Ivano Valagussa. Affiancando una serie di professionisti ed esperti, si è deciso di commissionare la realizzazione artistica della mensa eucaristica a Claudio Parmiggiani.
La difficoltà era inserire elementi di arte contemporanea, che potessero raccontare qualcosa del nostro oggi, del periodo in cui viviamo, in un contesto di arte sacra. Parmiggiani ha realizzato l’altare in onice bianco che, a contatto con la luce, evidenzia la sua trasparenza, costruendo un’opera ricca, con volti di personaggi illustri e meno conosciuti che si sono susseguiti lungo la storia. In essi, egli vede tutta l’umanità, ogni viso racconta una storia, con le due lastre bianche che esprimono la purezza e il desiderio di fraternità universale. L’altra opera è l’ambone in pietra labradorite, dalle forme semplici e pulite, che cattura l’attenzione per i riflessi che si scatenano sulla superficie, espressione anche di una materia che contiene luce interiore. Una pietra venuta dal cielo, che incarna la parola di Dio, l’idea di ritrovare tutta l’umanità che non aspetta altro di essere riscattata. Molte le difficoltà di realizzazione dal punto di vista costruttivo, dovendo trovare delle mediazioni tra il disegno e la statica, la gravità e l’aspetto logistico per il trasporto dei materiali delicati delle opere.
Il progetto artistico si completa al museo MA*GA, con una serie di documentari che raccontano la vita di Claudio Parmiggiani e le opere che ha realizzato nella sua carriera artistica, i suoi interventi significativi. In esposizione, inoltre, “Moltiplicazioni”, mostra in cui il fotografo Armin Linke è stato chiamato a indagare la comunità, per creare immagini di rilettura della realtà presente. Linke individua tre filoni fondamentali, a raffigurazione di un percorso artistico, religioso e storico: quello sociale, che è identificato dalla comunità, quello sacro, rappresentato dai gesti, e infine il racconto figurato delle fasi produttive dell’altare inserito all’interno della Basilica. (Gaia Tonani)