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Questo mese Topolino compie 90 anni, per l’occasione la Walt Disney sceglie l’azienda italiana Bosa Ceramiche che a sua volta sceglie un’artista e designer italiana molto conosciuta, e ricca di creatività, Elena Salmistraro, per realizzare un originalissimo Topolino Punk, ma che mantiene una dolcezza senza età ed uno spirito gentile e senza tempo.
Elena, tu hai grandi collaborazioni alle spalle nonostante tu sia ancora giovane, dimostri una serietà e una puntualità sul lavoro oltre ad una grande creatività che non è da tutti. Con Bosa Ceramiche in particolare come sei entrata in contatto?
«L’incontro con Bosa Ceramiche è avvenuto nel 2015 in occasione della mostra in Triennale “Animalità”: fui contattata insieme ad altri 9 designer da Silvana Annicchiarico, che ne era la curatrice. Premetto che fino a quel momento non avevo mai affidato ad altri un mio progetto in ceramica, avevo sempre lavorato personalmente il materiale, ma ricordo ancora oggi che fu un’esperienza straordinaria, dove appresi un’infinità di nozioni fino al quel momento a me sconosciute, e che soprattutto diede vita a Loricato e Khepri, due contenitori dalle forme zoomorfe, che furono anche il primo passo verso la definizione del mio personale linguaggio creativo fatto di texture e colori».
Qual è il tuo rapporto con il personaggio di Walt Disney, l’immortale Topolino? Hai mai letto le sue avventure detective, ne sei stata appassionata?
«Ovviamente si, chi non ha letto Topolino almeno una volta nella vita! Ma devo ammettere di non essere mai stata una grande appassionata di fumetti, anche se adoravo ed adoro tutt’oggi osservarne i disegni e “rubarne” i segreti. I cartoni animati invece mi hanno sempre lasciato a bocca aperta, Fantasia l’avrò guardato centinaia di volte».
Tu e la Walt Disney e Bosa avete optato per una proposta nuova: Topolino Punk, da dove è nata questa idea, come si è sviluppata?
«La Walt Disney ha contattato Bosa per questa collezione dedicata ai 90 anni di Topolino, e Bosa ha pensato a me come interprete. Devo ammettere di essere stata molto onorata della loro decisione e della fiducia che hanno riposto in me. Fin da subito ho saputo che non avrei potuto deluderli. La cosa che più mi ha colpito è l’età di “Miky”, 90 anni, rapportato al fatto che mia figlia di appena due anni lo adora, mi sono detta – non ha età, è sempre giovane- quindi mi sono divertita a vestirlo come i giovani d’oggi, molti colori, molte borchie, il giusto mix tra un punk, un rapper e una star, ovviamente mantenendo quell’appeal da bravo ragazzo».
Eugenia Neri