13 febbraio 2015

L’Annunciazione a tutti i costi

 
Mentre impazza il toto-verità sul “Ritratto di Isabella d'Este” di Leonardo, ritrovato in Svizzera, Milano cerca di fare carte false. Per avere a Palazzo Reale, durante Expo, “L'Annunciazione” custodita agli Uffizi. Che però è inamovibile, ma non troppo

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Leonardo Da Vinci, garanzia di pubblico e quattrini. Il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, solo martedì alla conferenza stampa di presentazione del Salone del Mobile ha annunciato che la grande mostra di Palazzo Reale, promossa da Skira, che si terrà dal 15 aprile al 19 luglio e dedicata al grande genio, sarà «sicuramente l’esposizione più visitata di sempre». Perché si, ormai lo abbiamo capito: va bene che le mostre devono essere costruite con rigore scientifico, come sicuramente sarà, ma se fanno cassetta è meglio!
C’è però un piccolo problemino, un prestito che attualmente manca, e che ai vertici meneghini ha messo un diavolo per capello. È la mancata cessione temporanea, da parte degli Uffizi, de L’Annunciazione, opera del 1472 che è inclusa in una lista di una ventina di pezzi inamovibili dal loro sito. Vero in parte, perché il dipinto è stato anche in Giappone, nel 2008. Più vero forse che la sala del museo fiorentino resterebbe vuota senza il dipinto, con somma delusione dei turisti. 
Insomma, dopo Sgarbi che voleva avere a Milano i Bronzi di Riace e poi la Venere del Botticelli (altro inamovibile dell’arte), con il Ministro Franceschini che aveva ribattuto «Si spostino i turisti perché Expo non è solo un fatto milanese ma di tutta Italia», ci risiamo.
Milano, nel suo giusto “delirio” egocentrico da Expo, ci riprova: perché L’Annunciazione sarebbe fonte di ingressi massicci, e perché – lo dice anche il curatore Pietro Marani tra le righe – sono arrivati tanti altri prestiti dal Louvre a Washington, fino alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e anche gli Uffizi daranno a Palazzo Reale Botticelli, Ghirlandaio e Lippi. E così Pisapia scrive ad Antonio Natali, che a sua volta si rimette nelle mani dei Beni Culturali: «Decide il Ministero». Le trattative, in tutti i casi non sono ancora chiuse, anche se quello che davvero viene da dire è che la ragione stavolta sta dalla parte di Franceschini: se l’Expo davvero è un’opportunità per l’Italia, perché tutto deve arrivare e sostare solo a Milano? Senza dubbio la città sarà nell’occhio del ciclone, e non potrà mostrarsi debole, ma se la grande mostra di Leonardo reggerà a livello scientifico e curatoriale, allora forse non ci sarà bisogno di avere a tutti i costi un dipinto inamovibile alle pareti. Confidiamo, con o senza L’Annunciazione, che la mostra sia davvero “epocale”. Perché in caso contrario non ci saranno prestiti che tengano!

2 Commenti

  1. Ma perché spostare delle opere quando quelle che ci sono già in loco nessuno le considera e sono di uguale pregio?

    Non sarebbe meglio fare progetti che vanno oltre l’Expo, tanto più che stanno già arrivando una marea di critiche sugli aumenti dei costi albergazione, ristorazione etc…

  2. Dimenticavo poi il raffronto con quello che si è fatto solo due anni fà a Londra con la mostra su Leonardo alla National Gallery, pezzi di altissimo pregio, visitatori a numero chiuso, questo si che fu un evento…

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