14 febbraio 2015

Era digitale un corno!

 
Stampate, se volete fare la storia! A dirlo non sono maniaci del vintage, antiquari o tombaroli affezionati a carta, libri o supporti vecchi come il mondo, ma il vicepresidente di Google, Vinton Cerf. Che lancia una premonizione

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Ebook? Fotografie salvate solo su Icloud, Instagram o supporti digitali di ogni tipo? Bye bye! O meglio, usateli e usiamoli, ma finché siamo in tempo ricordiamoci di stampare le cose importanti della nostra vita. Magari le stesse nostre fotografie che girano da tutte le parti in rete, se ci tenete. Da dove viene il consiglio? Niente meno che dal vice presidente di Google, Vinton Cerf: non un affezionato dell’analogico, anzi. Ma l’allarme è quasi “epocale” e Cerf lancia una particolare profezia: tra qualche anno, con il rinnovamento continuo delle tecnologie mobili e non, tutti i file che abbiamo condiviso e salvato “in rete” oggi potrebbero scomparire. Poco male direte voi? Forse. Ma il problema è che, avanti di questo passo e con la convinzione che si possa sempre recuperare tutto da hard disk, storage web e affini, si rischia di perdere anche la storia. 
Lo ha detto proprio Cerf, paragonando la nostra contemporaneità alla perdita di informazioni e dati dei secoli bui, di cui si sa poco perché ci sono pochi documenti scritti. «Nel nostro entusiasmo “digitalizzante” pensiamo che i nostri documenti possano durare più a lungo, ma questa idea si potrebbe rivelare sbagliata», spiega Cerf. Perché in realtà, rotto un software irrimediabilmente, tutto quello che conteneva finisce letteralmente all’aria, nel senso che si volatilizza. Certo, anche la carta è soggetta a deterioramento come ben sappiamo, ma si tratta di decenni, e anche centinaia e centinaia di anni. 
Insomma, Google sembra andare un po’ contro sé stessa, e allarga le maglie dei suoi avvertimenti: «nell’epoca dell’informazione massiccia, anche gli storici spesso non si rendono conto di documenti importanti che andrebbero preservati, nel turn over quotidiano di tutti i fatti del mondo», avverte il profeta della holding del web.
Una soluzione? Potrà essere la “velina digitale”, ancora in fase di sviluppo. Di che si tratta? Di uno snapshot di tutti i modi in cui un file digitale può essere aperto, da riporre insieme al documento stesso, il che significa che gli studiosi potranno accedere alla riproduzione dei file seguendo le istruzioni. In tutti i casi, però, la carta dovrà continuare a vivere, se vogliamo ricordare. E se lo dice Cerf durante la riunione annuale di Google per l’avanzamento della scienza nella capitale della Silicon Valley, San Jose, in California, allora è il caso di fare un piccolo gesto per mettere da parte un po’ di storia. Per esempio ricomprare le cartucce della stampante!

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