29 settembre 2018

Addio a Marco Gastini. Artista della luce e dell’azzurro, tra Informale e Arte Povera

 

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È scomparso venerdì, 28 settembre, a ottanta anni, Marco Gastini, artista dell’azzurro e della luce, tra i protagonisti della vivace scena culturale torinese degli anni Sessanta, tra Informale e Arte Povera. 
Nato a Torino nel 1938, la sua prima formazione avvenne nel laboratorio del padre, marmista, quindi all’Accademia Albertina, iniziando il suo percorso di ricerca nel contesto della pittura analitica e informale della prima metà degli anni ’60. In quegli anni iniziò a usare le lastre di plexiglass, diventate poi una sua firma stilistica. Alla fine di quella decade, immerso nel fervido clima artistico del capoluogo piemontese e attivamente coinvolto dalle istanze di rinnovamento che lo animavano, sviluppò un’originale ricerca sulla pittura, verso il grado espressivo essenziale. Nel 1976 fu invitato ad allestire una sala personale alla XXXVIII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, nello stesso anno inaugurò una personale nella galleria Gian Enzo Sperone di Roma. Nel 1977, la prima di una lunga serie di mostre personali nella galleria John Weber di New York. Al 1993 risalgono le mostre antologiche promosse dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento e dal Kunstverein Steinernes Haus am Remerberg di Francoforte. Nel 2012 la personale al MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna. 
Lascia in eredità ai torinesi una luce d’artista installata nella Galleria Umberto I e una grande installazione luminosa inaugurata nel 2007, alla Biblioteca civica Italo Calvino.

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