20 febbraio 2015

Belpaese di barbarie

 
Possibile che una città come Roma resti in mano agli hoolingas? No, non è possibile. E invece accade eccome, tra lo sdegno delle istituzioni. Che forse hanno permesso, nel tempo, che avvenisse tutto questo

di

Sembra un film di fantascienza e invece, quello che si è consumato a Roma in queste ultime ore, è la realtà finita 1-1. Anzi, la verità è che la Capitale, ancora una volta, ha perso zero a cento contro l’inciviltà, il malcostume, la demenza di un atteggiamento che non può conoscere attenuanti e che anche i vertici del Governo,  Matteo Renzi in primis, hanno definito “una barbarie”.
Certo, perché nemmeno il cittadino più incivile e irrispettoso del proprio patrimonio e della propria storia concerebbe piazza di Spagna come l’hanno lasciata gli ultrà olandesi del Feyenoord; perché nessuno se non un black block decisamente equipaggiato avrebbe potuto seminare panico e disordine come questo manipolo di tifosi scatenati, pronti a vandalizzare in nome di non si sa quale sconosciuto dio.  E non si può nemmeno dare la colpa all’alcool, perché in occasione di questi momenti “speciali”, i bar servono bevande taroccate, a bassissima gradazione alcoolica. L’ubriachezza, poi, giocherà anche i suoi effetti, ma quello che a Roma non si è stati in grado di fermare, ancora una volta, è stato il branco. Che ha dimostrato quanto sia fragile il centro storico, esposto a qualsiasi azione di ordine e grado, completamente impreparato. 
Profondo sdegno anche per l’Assessore alla cultura Marinelli, nell’annunciare il danneggiamento della Barcaccia, restaurata e inaugurata lo scorso settembre, e le  verifiche che vi saranno alla Scalinata di Trinità dei Monti e all’intera piazza. “Il nostro patrimonio e la nostra cultura sono stati oggi profondamente offesi”. E anche la pazienza degli italiani, a cui mai un Paese come l’Olanda, la Germania o l’Inghilterra permetterebbe un comportamento simile nelle loro città mentre noi, ancora, dobbiamo sobbarcarci valanghe di turisti conciati come nella peggior cartolina delle vacanze, e che usano Roma e l’Italia come un villaggio turistico della Repubblica delle Banane. 
Davvero basta! Davvero non se ne può più di questi idioti, di questo “tifo”, di questo “sport”, e usiamo le virgolette non a caso. Se siamo sul serio una Repubblica delle Banane dovremo cercare di risolvere il problema con noi stessi, almeno cercando di evitare che, non solo il messaggio passi all’estero come succede da tempo, ma che il peggiore straniero si senta autorizzato a venire a rompere l’anima dell’Italia, per usare un eufemismo, passando impunito. Massì, perché non ce ne frega niente dei fermi, dei processi per direttissima, delle condanne: queste sono semplici, e per fortuna naturali, conseguenze di una serie di atteggiamenti che non dovrebbe esistere. Punto. È su questo piano che bisogna lavorare, senza scusanti. Ma forse, finché la stessa Italia non imparerà a rispettarsi, nulla potremmo contro questi moderni Unni, se non schierare un inutile esercito a danno fatto. E contare i danni. 

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