29 maggio 2000

0100101110101101.org: Non arte ma ARTIVISMO

 
Il nome del loro dominio fanno fatica a ricordarlo anche loro, infatti preferiscono riferirsi a se stessi chiamandosi semplicemente "zero uno punto org" (http://www.0100101110101101.org)...

di

La battaglia contro il diritto d’autore ha assunto, con l’avvento della Rete, caratteri sempre più radicali e i progetti più stimolanti di net.art hanno spesso a che fare con questo tipo di rivendicazioni. Da un po’ di tempo a questa parte appare sempre più chiaro che l’arte telematica più valida ha certamente un forte contenuto concettuale e soprattutto un sfondo etico portante. Le operazioni di 01, quelle di jodi.org e di Etoy (ma ne potremmo citare molti altri) non sono, e non vogliono essere opere d’arte, oggetti estetici, ma rispondono ancora una volta al celeberrimo appello duchampiano per un’arte “non retinica”. Sono operazioni culturali, eventi prodotti per far riflettere sulle condizioni della società in cui viviamo. “Ciò che ci sembra interessante non è la creazione di una nuova arte, ma la discussione e la sovversione dell’arte, dovremmo chiamarlo ‘artivismo’?” dichiarano gli 01.
L’operazione che li ha resi celebri è stato il “furto” e la riproduzione della più famosa galleria di net art, Hell.com, da sempre chiusa al grande pubblico e accessibile solo con una preziosa password. Quando Hell.com ha aperto il sito per 48 ore in occasione della mostra “Surface” gli ‘artivisti’ di 01 hanno downloadato l’intero contenuto della galleria telematica e ne hanno fatto una copia esatta rendendola visibile a tutti sul proprio dominio. La reazione dei proprietari del sito ‘clonato’ è stata immediata e indignata, ma nonostante le minacce di appellarsi a varie convenzioni internazionali sul diritto d’autore, la copia di hell.com è ancora lì.
Anche Art Teleportacia, il primo sito che ha messo in vendita opere di net art, ha subito lo stesso trattamento e neanche Jodi.org è stato risparmiato, testimoniando come la l’opera di decostruzione e riutilizzazione dell’informazione non fosse una mera battaglia contro la commercializzazione della net art, ma si basasse su principi di fondo più generali.
I sabotatori culturali bolognesi lavorano su quelle che considerano contraddizioni dell’odierno sistema dell’arte e combattono contro il concetto di originalità e di autore sfruttando le possibilità di manipolazione offerte dall’era dell’infoware. Dovrebbe essere chiaro a tutti che non ha più senso parlare di originali e copie nel mondo dell’arte digitale e la lotta per la libertà e l’accessibilità dell’informazione non fa che sottolinearlo, nonostante il mercato dell’arte cerchi ovviamente di rafforzare e mantenere l”aura’ dell’opera d’arte e di conseguenza il suo alto valore commerciale.
Gli “zero uno punto org”, in una recente intervista a Tilman Baumgartel, dicono di non considerarsi “artisti, ma solo spettatori”, ma sono di certo il prototipo di un nuovo tipo di pubblico, un pubblico creativo e interattivo che smonta e riutilizza i materiali altrui senza paura, che si fa artista per poi tornare spettatore e che rende l’artista spettatore di un uso totalmente imprevisto del suo lavoro. Se non è interattività questa…

Valentina Tanni

[exibart]

3 Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui