04 marzo 2015

Lezioni “al verde”

 
Tre simboli del mondo: Google, Apple e la Tour Eiffel. Cos'hanno in comune? Il fatto che si danno all'energia pulita, con una serie di operazioni milionarie. Un monito per il pianeta attaccato all'uso delle fonti non rinnovabili?

di

Certo non si fa nulla per niente, ma stavolta la montagna non ha partorito un topolino, perché si parla di 300 milioni di dollari. Tanti sono i soldi che Google devolverà alla causa di “SolarCity”, progetto americano che mira a lanciare il fotovoltaico come energia che possa sostituire definitivamente l’uso di fonti non rinnovabili. Scoprono l’acqua calda, direte voi. Ma da qualche parte bisognerà pur cominciare e così il colosso del web si mette in prima fila tra i finanziatori di un investimento da 750 milioni. Ma non c’è solo Google: anche Apple ha deciso di costruire un immenso parco fotovoltaico, nella sua sede di Cupertino, investendo oltre 800 milioni. Inversione di rotta? Tendenza al green per moda? Forse. Anche perché il fotovoltaico non è la più pulita delle energie, ma di questi tempi è anche il pensiero che conta. Per lo meno se viene da due holding che definire “colossi” è un eufemismo, e che incidono non tanto ma tantissimo, nell’opinione e nella sensibilizzazione alla causa del mondo intero. 
Ma c’è dell’altro, che segue a ruota questa nuova “dimensione” dell’energia: la Tour Eiffel di Parigi, da qualche giorno, nel suo primo anello ha installato due pale eoliche in grado di produrre 10mila kWh l’anno di energia pura. Non una cifra esagerata, ma anche in questo caso il sintomo di un cambiamento che arriva proprio dal volto di uno degli edifici più famosi del mondo, che sceglie di vestirsi più “verde”.
Oltre alle pale eoliche, la nuova struttura su cui sono installate, a 120 metri di altezza, ha un’illuminazione a LED e un sistema di recupero dell’acqua piovana che i tubi dell’acqua portano direttamente negli scarichi dei wc. Parigi, entro il 2020, ha come obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 25 per cento, e del 75 entro il 2050. Chissà insomma se da qui si può ripartire per un disegno “globale” che possa davvero “Nutrire il pianeta” con le energie della vita dell’uomo. Rinnovabili. 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui