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“Se non avessi creato questo sito” dichiara “avrei fatto degli enormi collage Xerox e li avrei spediti a tutta la città…o qualcosa del genere.”
La Rete gli ha offerto, oltre alla possibilità di risparmiare sui francobolli, quella di giocare liberamente con le immagini, i suoni e le parole coinvolgendo il visitatore in una girandola di schermate sorprendenti. La caratteristica più evidente della maggior parte dei siti web creativi è il meccanismo sorpresa e in questo Superbad li batte tutti; infatti l’home page cambia praticamente ogni giorno e i contenuti vengono modificati spessissimo. Benjamin aggiorna il sito di continuo e quello che spinge le persone a tornare è la certezza di non ripetere mai lo stesso percorso.
Questo progetto, come molti altri esempi di net art, sfrutta la caratteristica principale di Internet cioè la possibilità della navigazione infinita e non lineare ed esalta al massimo il ruolo del fruitore che diventa in qualche modo coautore dell’esperienza estetica. L’artista può infatti progettare le ‘stazioni’ del percorso, ma non è mai responsabile dell’itinerario personale dell’osservatore, come dei modi e dei tempi della consultazione dell’opera. Le parole d’ordine sono: immateriale, non-lineare, interattivo.
Inutile raccontarvi qualcosa di ciò che troverete su Superbad, probabilmente al momento della vostra visita sarà tutto diverso; comunque aspettatevi una valanga di animazioni, fotografie, disegni, personaggi dei fumetti, paradossali questionari, finti comandi di sistema… e poi scritte lampeggianti, cerchietti luminosi…una specie di gigantesco Blob multimediale che fa pensare ad una pop art versione anno 2000. Ed è tutto , meravigliosamente inutile.
Vincitore del Webby Award del 1999 nella categoria “Weird stuff” (letteralmente “Roba strana”), Superbad è attualmente il sito creativo più linkato in assoluto. Colorato, ironico, pieno di riferimenti alla cultura popolare, ai telefilm e alla pubblicità, il sito di Benjamin è il parco giochi della Rete; se Internet è davvero un secondo universo virtuale questo è di sicuro lo spazio per la ricreazione.
Valentina Tanni
[exibart]