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05
marzo 2015
L’artista e l’altro da sé
Personaggi
Al museo Marino Marini di Firenze è di scena l’ultima mostra di Valerio Rocco Orlando. Una riflessione sul sistema scolastico contemporaneo. Tra dialogo, interazione e prossimità
di Elena Magini
Valerio Rocco Orlando (Milano, 1978) usa il video come medium privilegiato dei suoi lavori: articolati progetti che indagano l’identità personale e collettiva attraverso una riflessione sul senso della relazione e sulla percezione singolare dell’esperienza. Dopo una formazione teatrale e cinematografica (si laurea in Drammaturgia all’Università cattolica di Milano e in regia cinematografica alla Queen Mary University di Londra) la sua pratica si convoglia principalmente in progetti videoinstallativi di ampio respiro. Del teatro e del cinema Valerio Rocco Orlando recupera l’attenzione per il ritratto e per le possibilità espressive del volto umano, associata ad un’attitudine all’indagine antropologica, sviluppata in chiave emotiva e personale.
Il ciclo denominato What Education for Mars? a cui l’artista lavora dal 2011, è esposto per la prima volta come installazione a tre canali in occasione della mostra omonima, in corso al Museo Marino Marini di Firenze fino al 9 maggio 2015. L’opera si compone di tre capitoli, frutto di un intenso lavoro al Liceo Artistico De Chirico di Roma, all’ISA, l’Università delle Arti di Cuba, e alla Valley School di Bengalore (India), un complesso educativo trasversale basato sugli insegnamenti del filosofo Jiddu Krishnamurti.
![Valerio Rocco Orlando, ¿Qué Educación para Marte_, 2012. HD video, colour, sound, 18 minutes. Courtesy the artist and XI Bienal de La Habana](https://www.exibart.com/foto/95697.jpg)
What Education for Mars? è un lavoro stratificato che si interroga sui sistemi educativi internazionali mediante un progetto che, nell’esposizione fiorentina, viene scandito in due momenti distinti. Da un lato la documentazione e la sua restituzione visiva, il ritratto molteplice dei tre sistemi scolastici sviluppato attraverso dialoghi, interviste, intense conversazioni con l’artista, che ha compiuto nelle scuole un lungo periodo di residenza e lavoro. I video sono disposti nello spazio del museo in due stanze adiacenti, a restituire la distinzione temporale e tecnica dei filmati ma anche le diverse “temperature” e contenuti dei vari racconti. Il progetto romano, l’ultimo che lo spettatore fruisce, è il primo a cui Valerio Rocco Orlando ha lavorato e da cui ha preso le mosse nell’ottica di un ampliamento internazionale del lavoro: la visione decadente e il senso di incomunicabilità che caratterizza la narrazione degli adolescenti romani contrasta con le esperienze dei ragazzi cubani e indiani, permeate da un rapporto di mutua comprensione, libertà e scambio tra docenti e studenti. I tre lavori presentano la medesima attenzione al piano visuale e linguistico del racconto: l’artista, attraverso un sapiente montaggio, riesce a uniformare i ritratti e gli intensi primi piani ai contenuti salienti della comunicazione verbale; le riprese ravvicinate dei volti, le loro anatomie e mimiche, operano sinergicamente con la narrazione, favorendo un coinvolgimento emozionale da parte dello spettatore ai vissuti trattati.
![Valerio Rocco Orlando, What Education for Mars, 2015. Installation views. Ph. Antonio Angelucci. Courtesy the artist and Museo Marino Marini, Florence](https://www.exibart.com/foto/95694.jpg)
Attraverso una pratica dialogica Valerio Rocco Orlando mette in luce il punto di vista degli studenti sulle relazioni che caratterizzano l’istituzione scolastica, tra docente e allievo e tra gli stessi ragazzi. La prospettiva dell’artista è apparentemente celata dalla sua assenza dalla scena, tuttavia l’empatia che si instaura con il soggetto intervistato dà luogo ad un processo di conoscenza condiviso: la relazione che muove la narrazione non pertiene quindi solo il rapporto tra studenti e insegnanti, ma è anche quella dello stesso artista con i ragazzi, le cui esperienze soggettive sono filtrate, scelte e amplificate grazie al suo sguardo partecipato.
Il progetto fiorentino attiva anche un laboratorio aperto agli studenti di arte (licei e accademie) di Firenze, finalizzato alla realizzazione di un libro d’artista. Il workshop, ospitato negli spazi adibiti all’esposizione del Museo Marini, si configura come pars construens di un processo di scambio e confronto teso a tracciare nuove strategie educative: ancora una volta è il dialogo, la collaborazione e la condivisione a permettere l’individuazione di modelli alternativi e fattivi, dove la diffusione di conoscenza sia consapevolmente il risultato dell’interazione tra soggetti e ruoli distinti e non solo una somma di contenuti.
![Valerio Rocco Orlando, What Education for Mars, 2015. Installation views. Ph. Antonio Angelucci. Courtesy the artist and Museo Marino Marini, Florence](https://www.exibart.com/foto/95695.jpg)
Dal 2002 Valerio Rocco Orlando lavora a progetti collettivi; la sua ricerca prende avvio da questioni universali – l’educazione, l’amore, l’infanzia , la tradizione, la memoria, l’arte, la religione – e le sviluppa attraverso la voce singolare degli individui coinvolti, persuaso che solo nel rapporto di reciprocità con l’altro sia possibile la comprensione della realtà, interna e esterna, dell’uomo. I suoi video, molti dei quali recentemente esposti in una grande antologica intitolata The Sphere of Beetween (Korea Foundation, Seul, 2014), si discostano dalla ricerca sociologica intesa in senso scientifico: non sono documentari, ma la trasposizione dell’interazione tra l’artista e l’ “altro” da sé. Alla soggettività dell’artista nella scelta di tematiche che rispecchiano un personale desiderio di approfondimento, si accompagna quella dei soggetti intervistati, ed infine quella del fruitore. Per Valerio Rocco Orlando è infatti necessario attivare il coinvolgimento dello spettatore, chiamato a sentirsi parte delle riflessioni messe in scena: il dialogo permette ai tre poli dell’opera (artista-soggetti intervistati-fruitore) di entrare in contatto, di mettere in discussione l’esistente, di immaginare e proporre scenari alternativi.
ma con questi progetti collettivi molto trend chi scopiazza chi? lui la marinella senatore o viceversa? o adelita husny-bey? boh? non lo sapremo mai….