-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Dal 26 novembre 1999 al 14 marzo 2000 Natura morta lombarda (XVII-XVIII secolo) Milano: Palazzo Reale
milano
Questo genere si è sviluppato nell’Europa del tardo manierismo e primo barocco, nelle Fiandre e nei Paesi Bassi, in Germania, in Spagna e in alcuni stati della penisola italiana, si pensi a Jan Bruegel e Vermeer, Rembrandt, Caravaggio e Velazquez
di redazione
Tutti sanno che per “nature morte” s’intendono le rappresentazioni che hanno come protagonisti autonomi della pittura gli oggetti, naturali o artificiali, e non la figura umana. E’ anche noto che questo genere si è sviluppato nell’Europa del tardo manierismo e primo barocco, nelle Fiandre e nei Paesi Bassi, in Germania, in Spagna e in alcuni stati della penisola italiana, si pensi a Jan Bruegel e Vermeer, Rembrandt, Caravaggio e Velazquez.
Pochi sanno, però, che la “natura morta pura”, quella cioè che abiura completamente la figura umana dalla rappresentazione, non è nata nelle Fiandre, com’è luogo comune credere, ma in Lombardia. Ecco, allora, che la mostra di Palazzo Reale a Milano acquista un alto significato storico e divulgativo, mettendo in risalto, nelle prime sale, due dei più grandi protagonisti della natura morta arcaica: Fede Galizia e Panfilo Nuvolone.
Il particolare floreale dell’“Alzata con prugne, pere e una rosa” della Galizia (1602) è il simbolo della mostra, ma tutta la tela emana infinite sensazioni, anche tra loro discordanti: “Il tempo che si ferma, la bellezza che se ne va, ma che è ancora nel quadro, che sarà lì per sempre…l’intimità e la desolazione dei pomeriggi solitari di una donna milanese a inizio ‘600” (Flavio Caroli, ideatore dell’esposizione).
La mostra prosegue inoltrandosi nel cuore del Seicento e nel Settecento lombardo, testimoniando il cambiamento di gusto avuto dal soggetto della natura morta, diventato dipinto di studio e non solo più decorazione ambientale. Questo fu un chiaro segnale di successo merceologico di una pittura inizialmente considerata minore, rispetto al soggetto sacro o storico, dalla critica accademica.
Le sezioni successive sono dedicate ai temi peculiari dei soggetti rappresentati: le composizioni floreali, e ai fiori sono spesso associati i frutti quale augurio di abbondanza, la rappresentazione della cucina, colta nelle grandi inquadrature di Evaristo Baschemis, e gli strumenti musicali, con le tele di Munari a primeggiare.
Al termine del percorso di visita una sorpresa: gli straordinari modelli tridimensionali di fiori e frutti del piemontese Francesco Valletti.
Una sola nota stonata, peccato manchi la celebre “Canestra di frutta” di Caravaggio, conservata a pochi passi, alla Pinacoteca Ambrosiana!
Periodo: 01 dicembre ’99 – 02 aprile 2000
Orario: martedì – domenica h. 09.30 – 18.30, lunedì chiuso
Sede: Palazzo Reale, p.zza Duomo – Milano
Informazioni: tel. 02/39.22.61
Claudio Arissone
[exibart]