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Neo Rauch / Rosa Loy – La Torre
La doppia personale tiene a battesimo una nuova fondazione per l’arte contemporanea, la Fondazione Coppola di Vicenza, che ha sede espositiva nello spettacolare Torrione di Vicenza, la torre medievale più importante della città, oggi nuovamente fruibile in seguito a un meticoloso restauro svolto da UP3 Architetti Associati
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Fondazione Coppola è lieta di annunciare l’apertura della propria sede espositiva
presso il Torrione di Vicenza, con la mostra La Torre, curata da Davide Ferri: la prima
personale in Italia degli artisti Neo Rauch (Lipsia, 1960) e Rosa Loy (Zwickau, 1958). Il
progetto nasce per volontà del mecenate e imprenditore Antonio Coppola, che ha
acquistato e donato il Torrione medievale al Comune di Vicenza in cambio di un usufrutto
di trent’anni, l’ha sottoposto a un meticoloso lavoro di restauro a cura dello studio UP3
Architetti Associati, sotto l’attenta supervisione della Soprintendenza, restituendo alla città
un bene pubblico diventato oggi un polo per l’arte contemporanea.
La prima mostra, che presenterà una serie di opere inedite, tra dipinti e disegni, di Neo
Rauch e Rosa Loy, appositamente pensate per gli spazi del Torrione, rappresenta la
possibilità di avvicinarsi al lavoro di due figure chiave della scena della pittura
internazionale degli ultimi decenni. La loro esperienza è fortemente legata alla città di
Lipsia, dove, dall’inizio del Novecento fino agli anni Duemila, è andato formulandosi un
linguaggio figurativo che ha formato un’importante scuola di pittura (la scuola di Lipsia,
appunto) che ha coinvolto diverse generazioni di artisti tedeschi.
Neo Rauch, in particolare, ha rivestito un ruolo cruciale negli anni immediatamente
successivi alla fine dell’ex DDR: figura di raccordo tra diverse generazioni di artisti, punto
di riferimento per i pittori che hanno fatto parte della Nuova Scuola di Lipsia, l’artista ha
saputo rielaborare il suo linguaggio figurativo attraverso la contaminazione di diverse
culture: le illustrazioni dei manifesti di propaganda della Germania Est, la cultura Pop, il
realismo energetico e nervoso di artisti come Max Beckmann e Otto Dix, le prospettive
allucinate e la concitazione narrativa dei grandi teleri di maestri rinascimentali come
Tintoretto e Rubens.
Ogni dipinto di Neo Rauch è basato sull’incontro e sulla giustapposizione (e infine sul
collasso) di motivi e nuclei narrativi differenti, con figure che possono sdoppiarsi e
moltiplicarsi all’interno della stessa immagine e bruschi cambiamenti atmosferici e
temporali. Il risultato di questa convulsa sovrapposizione sono immagini solo
apparentemente illustrative, scomposte e basate su episodi autonomi e spesso
contrastanti e percorse da continue variazioni prospettiche e sproporzioni. I dipinti di Neo
Rauch sono dunque vere e proprie mappe di forze, in cui ogni elemento rappresenta lo
snodo di una partitura energetica e visionaria più che di una narrazione coerente e
organica.
Apparentemente più disteso (e aperto alla possibilità di abbandoni lirici), ma altrettanto
onirico e ambiguo, è il linguaggio figurativo di Rosa Loy: al centro dei suoi dipinti c’è
sempre la figura del doppio femminile e del Doppelgänger, e la relazione enigmatica – e
spesso sordidamente violenta – tra due figure che si muovono all’interno di un paesaggio
intimo e famigliare, dentro una casa o un giardino. Come i dipinti di Neo Rauch anche
quelli di Rosa Loy invitano lo spettatore a confrontarsi con immagini archetipiche – dense
di implicazioni psicanalitiche – il cui significato è continuamente rilanciato dalla
giustapposizione di dettagli ed elementi potenzialmente “sintomatici” e da una “costruzione
ellittica e priva di nuclei stabili”: una dimensione illustrativa a cui fa da contraltare
un’imprendibilità del racconto come avviene nella tradizione surrealista.
La mostra – il cui titolo, La Torre, è naturalmente un richiamo all’edificio e alla sua potenza
simbolica – si articola lungo i sei piani del complesso medievale come proposta di dialogo
tra le opere dei due artisti, fino a un confronto ravvicinato tra le due poetiche, e percorso di
progressione (dello spettatore) verso l’alto, verso l’ultimo piano da cui la vista sulla città, a
trecentosessanta gradi, si può afferrare in stretta relazione con le opere esposte. La figura
della torre come elemento evocativo e rimando al racconto, ad una possibile narrazione,
inoltre, appare in molti dipinti di Neo Rauch, magari in secondo piano, e funge da richiamo
a quell’immaginario popolare e fiabesco che da sempre alimenta le visioni dell’artista.
La mostra è patrocinata dal Comune di Vicenza e dal Consolato Generale della
Repubblica Federale di Germania e si potrà visitare dal 5 maggio al 31 agosto, da
mercoledì a domenica, con orario continuato dalle 11.00 alle 18.00.
È consigliabile prenotare in anticipo la visita in quanto la particolare conformazione
architettonica del Torrione pone limiti di accesso.
presso il Torrione di Vicenza, con la mostra La Torre, curata da Davide Ferri: la prima
personale in Italia degli artisti Neo Rauch (Lipsia, 1960) e Rosa Loy (Zwickau, 1958). Il
progetto nasce per volontà del mecenate e imprenditore Antonio Coppola, che ha
acquistato e donato il Torrione medievale al Comune di Vicenza in cambio di un usufrutto
di trent’anni, l’ha sottoposto a un meticoloso lavoro di restauro a cura dello studio UP3
Architetti Associati, sotto l’attenta supervisione della Soprintendenza, restituendo alla città
un bene pubblico diventato oggi un polo per l’arte contemporanea.
La prima mostra, che presenterà una serie di opere inedite, tra dipinti e disegni, di Neo
Rauch e Rosa Loy, appositamente pensate per gli spazi del Torrione, rappresenta la
possibilità di avvicinarsi al lavoro di due figure chiave della scena della pittura
internazionale degli ultimi decenni. La loro esperienza è fortemente legata alla città di
Lipsia, dove, dall’inizio del Novecento fino agli anni Duemila, è andato formulandosi un
linguaggio figurativo che ha formato un’importante scuola di pittura (la scuola di Lipsia,
appunto) che ha coinvolto diverse generazioni di artisti tedeschi.
Neo Rauch, in particolare, ha rivestito un ruolo cruciale negli anni immediatamente
successivi alla fine dell’ex DDR: figura di raccordo tra diverse generazioni di artisti, punto
di riferimento per i pittori che hanno fatto parte della Nuova Scuola di Lipsia, l’artista ha
saputo rielaborare il suo linguaggio figurativo attraverso la contaminazione di diverse
culture: le illustrazioni dei manifesti di propaganda della Germania Est, la cultura Pop, il
realismo energetico e nervoso di artisti come Max Beckmann e Otto Dix, le prospettive
allucinate e la concitazione narrativa dei grandi teleri di maestri rinascimentali come
Tintoretto e Rubens.
Ogni dipinto di Neo Rauch è basato sull’incontro e sulla giustapposizione (e infine sul
collasso) di motivi e nuclei narrativi differenti, con figure che possono sdoppiarsi e
moltiplicarsi all’interno della stessa immagine e bruschi cambiamenti atmosferici e
temporali. Il risultato di questa convulsa sovrapposizione sono immagini solo
apparentemente illustrative, scomposte e basate su episodi autonomi e spesso
contrastanti e percorse da continue variazioni prospettiche e sproporzioni. I dipinti di Neo
Rauch sono dunque vere e proprie mappe di forze, in cui ogni elemento rappresenta lo
snodo di una partitura energetica e visionaria più che di una narrazione coerente e
organica.
Apparentemente più disteso (e aperto alla possibilità di abbandoni lirici), ma altrettanto
onirico e ambiguo, è il linguaggio figurativo di Rosa Loy: al centro dei suoi dipinti c’è
sempre la figura del doppio femminile e del Doppelgänger, e la relazione enigmatica – e
spesso sordidamente violenta – tra due figure che si muovono all’interno di un paesaggio
intimo e famigliare, dentro una casa o un giardino. Come i dipinti di Neo Rauch anche
quelli di Rosa Loy invitano lo spettatore a confrontarsi con immagini archetipiche – dense
di implicazioni psicanalitiche – il cui significato è continuamente rilanciato dalla
giustapposizione di dettagli ed elementi potenzialmente “sintomatici” e da una “costruzione
ellittica e priva di nuclei stabili”: una dimensione illustrativa a cui fa da contraltare
un’imprendibilità del racconto come avviene nella tradizione surrealista.
La mostra – il cui titolo, La Torre, è naturalmente un richiamo all’edificio e alla sua potenza
simbolica – si articola lungo i sei piani del complesso medievale come proposta di dialogo
tra le opere dei due artisti, fino a un confronto ravvicinato tra le due poetiche, e percorso di
progressione (dello spettatore) verso l’alto, verso l’ultimo piano da cui la vista sulla città, a
trecentosessanta gradi, si può afferrare in stretta relazione con le opere esposte. La figura
della torre come elemento evocativo e rimando al racconto, ad una possibile narrazione,
inoltre, appare in molti dipinti di Neo Rauch, magari in secondo piano, e funge da richiamo
a quell’immaginario popolare e fiabesco che da sempre alimenta le visioni dell’artista.
La mostra è patrocinata dal Comune di Vicenza e dal Consolato Generale della
Repubblica Federale di Germania e si potrà visitare dal 5 maggio al 31 agosto, da
mercoledì a domenica, con orario continuato dalle 11.00 alle 18.00.
È consigliabile prenotare in anticipo la visita in quanto la particolare conformazione
architettonica del Torrione pone limiti di accesso.
03
maggio 2019
Neo Rauch / Rosa Loy – La Torre
Dal 03 maggio al 31 agosto 2019
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE COPPOLA
Vicenza, Corso Palladio, 1
Vicenza, Corso Palladio, 1
Biglietti
5,00 € - Gratuito fino ai 18 anni
Orario di apertura
da mercoledì a domenica dalle 11.00 alle 18.00. Accessi limitati, prenotazione obbligatoria info@fondazionecoppola.org | T. 0444 043272
Vernissage
3 Maggio 2019, su invito
Autore
Curatore