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Pittura/Panorama. Paintings by Helen Frankenthaler, 1952–1992
L’opera di Frankenthaler torna a Venezia dopo l’apparizione nel padiglione degli Stati Uniti della 33a Biennale di Venezia, nel 1966, attraverso una mostra monografica di quattordici quadri che offrono una panoramica su quarant’anni di carriera dell’artista
Comunicato stampa
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La carriera di Helen Frankenthaler (1928–2011), considerata una dei grandi artisti statunitensi del ventesimo secolo, si dispiega nell'arco di sei decenni. È stata membro illustre della seconda generazione di pittori astratti americani del dopoguerra e protagonista nella transizione dall'Espressionismo Astratto al Color Field. Attraverso l'invenzione della tecnica soak-stain (imbibizione a macchia), Helen Frankenthaler ha ampliato le potenzialità della pittura astratta, riferendosi spesso alla figurazione e al paesaggio in modi unici. Il corpus dei suoi lavori ha avuto un impatto profondo sull'arte contemporanea, un impatto che negli anni diventa sempre più presente.
La Helen Frankenthaler Foundation e Venetian Heritage annunciano la mostra PITTURA/PANORAMA. Paintings by Helen Frankenthaler, 1952–1992, esposizione di dipinti di Helen Frankenthaler provenienti dalla collezione della fondazione a lei intitolata. L’opera di Frankenthaler torna così a Venezia dopo l'apparizione nel padiglione degli Stati Uniti della 33a Biennale di Venezia, nel 1966, attraverso una mostra monografica di quattordici quadri che offriranno una panoramica su quarant'anni di carriera dell'artista. L’esposizione si concentrerà sulla relazione tra i concetti di pittura e panorama elaborati da Frankenthaler attraverso l’interazione tra lavori che sembrano esser stati dipinti su cavalletto, seppur realizzati stendendo la tela sul pavimento, e grandi quadri orizzontali che si aprono su spazi bassi ma estesi, proprio come dei panorami.
PITTURA / PANORAMA, organizzata dalla Helen Frankenthaler Foundation e Venetian Heritage in collaborazione con Gagosian, sarà ospitata all’interno di Palazzo Grimani in Santa Maria Formosa, uno dei più importanti centri culturali della Venezia del XVI secolo e residenza di una famiglia conosciuta per le sue collezioni e per il suo mecenatismo. L’atmosfera del palazzo sottolinea l’uso del colore di Frankenthaler, influenzato dai grandi artisti veneziani del Cinquecento.
La mostra
La mostra sarà curata da John Elderfield, capo curatore emerito per la pittura e la scultura al MoMA di New York e Senior Curator per Gagosian, e comprenderà opere panoramiche che vanno da Open Wall (1953), quadro che ha anticipato il movimento Color Field degli anni Sessanta, alle tele intense e suggestive dei primi anni 90. I dipinti verranno installati in una sequenza non strettamente cronologica, in modo da rivelare connessioni fra lavori appartenenti a periodi diversi e un'elaborazione di continuità e di continuo cambiamento. I quadri in esposizione possono essere suddivisi in quattro macro categorie:
Anni ’50: Il primo approccio di Frankenthaler con grandi tele orizzontali contemporanee è nel 1950, quando l'artista, allora ventunenne e da poco diplomata dal college, ammira delle composizioni astratte di Jackson Pollock realizzate con matasse aggrovigliate di vernice colata. In Window Shade No. 2 (1952), il lavoro meno recente in mostra, l'artista tenta di realizzare qualcosa di simile su scala più ridotta per poi applica poi la stessa tecnica ad opere che alludono al paesaggio, come 10/29/52. Open Wall è invece una grande figura orizzontale, che tiene insieme aree ampie e linee di colore. Il titolo dimostra come l'artista fosse consapevole del dibattito dei primi anni Cinquanta fra pittori e critici newyorkesi sul fatto che un quadro potesse somigliare ad una finestra oppure ad un muro. Frankenthaler voleva entrambe le cose: un muro spalancato.
Anni ’60: Per Frankenthaler il dipinto doveva essere una distesa di superficie piatta che creava l'illusione della profondità. Negli anni Sessanta, però, era la superficie piatta a predominare nella sua opera. In Italian Beach (1960), realizzata ad Alassio, le scorciatoie lungo una collina, un gruppo di foglie e una distesa di sabbia si estendono da una pozza di blu mare al bordo destro della tela. Pink Bird Figure I (1961) espande l'immagine piatta di un uccello sopra una traiettoria di volo disegnata orizzontalmente lungo il quadro. Con Riverhead (1963), invece, l'artista riprende la pittoricità delle sue tele degli anni Cinquanta in maniera più sontuosa.
Anni ’70 – ’80: Il lavoro più grafico di New Paths (1973) potrebbe suggerire la volontà dell’artista di tornare alle esperienze degli anni Sessanta; in realtà ci si trova di fronte a un percorso nuovo, una fusione di un'impronta piatta e schematica con un modo creativo di aprire lo spazio pittorico. Frankenthaler sfuma gli stretti nastri che attraversano il leggero canale orizzontale in modo da far sembrare che si allontanino man mano che si rimpiccioliscono. Tuttavia, a partire dai primi anni Ottanta, Frankenthaler amplifica l'approccio pittorico di Riverhead - come in E.M. del 1981- per poi modificare nuovamente il proprio lessico stendendo campi monocromatici di colore atmosferico sovrapponendovi gocce, punti e trattini sparsi di un pigmento più evidente come in Brother Angel (1983), oppure isole galleggianti di colore e linee calligrafiche come in Madrid (1984).
Anni ’90: Il lavoro di Frankenthaler degli anni Novanta è meno conosciuto e presentato in mostra attraverso le quattro opere più importanti risalenti all'inizio di questo decennio. In esse l'artista torna alla pittoricità di Riverhead, realizzata trent'anni prima, riempiendo le nuove tele in modo ancora più drammatico. In gioventù aveva dichiarato: “I miei quadri sono pieni di climi, climi astratti e non necessariamente naturali”. I titoli delle tele degli anni Novanta rievocano proprio condizioni climatiche estreme (Maelstrom, 1992), i luoghi in cui esse si realizzano (Snow Basin, 1990) oppure il momento in cui hanno inizio (Overture, 1992), o la loro misurazione (Barometer, 1992). Il modo in cui Frankenthaler diffonde e stratifica il colore crea una rievocazione piena di atmosfera di acqua e cielo che si rifà in ultima istanza alla pittura veneziana del XVI secolo, e lo fa in una maniera molto personale, con uno sguardo premonitore al futuro, all'opera dei numerosi artisti che oggi si ispirano a lei.
Mostra complementare a Roma
L’esposizione si integra a quella intitolata Helen Frankenthaler: Sea Change: A decade of paintings, 1974–1983, in mostra alla Gagosian Gallery di Roma dal 13 marzo al 19 giugno 2019.
Il catalogo
La mostra sarà accompagnata da un catalogo interamente illustrato pubblicato da Gagosian, con un'introduzione di Elizabeth Smith, direttrice esecutiva della Helen Frankenthaler Foundation, Toto Bergamo Rossi, direttore della Fondazione Venetian Heritage Onlus, una prefazione di John Elderfield e un saggio globale di Pepe Karmel, professore associato di storia dell'arte dell'Università di New York.
Il Palazzo
Palazzo Grimani, raro esempio di fusione tra architettura veneziana cinquecentesca e decorazioni in stile tosco-romano, deve il suo aspetto agli interventi realizzati da Vittore Grimani e suo fratello Giovanni durante il XVI secolo. Ed è proprio quest’ultimo a volere la Tribuna, il “camerino delle antichità” in cui esporre le più importanti tra le statue greche e romane in suo possesso. Alla sua morte, il Patriarca dona alla Serenissima Repubblica di Venezia gli inestimabili marmi conservati nella Tribuna, i quali dal 1596 lasciano definitivamente la loro collocazione originaria. Daniele Ferrara, direttore del Polo museale del Veneto e Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, sono i curatori dell’eccezionale mostra che celebrerà il ritorno dopo 430 anni a Palazzo Grimani della collezione di statue classiche appartenuta al Patriarca di Aquileia Giovanni Grimani, conservata nel palazzo di famiglia in Santa Maria Formosa fino alla fine del 1500.
L’esposizione sarà inaugurata a maggio 2019 in concomitanza con la vernice di Biennale Arte e rimarrà visitabile fino al 2021. L’operazione, prodotta da Civita Tre Venezie, è resa possibile grazie al sostegno di Venetian Heritage, Maison Hermès, la Helen Frankenthaler Foundation di New York e Gagosian.
Fondazione Venetian Heritage
Venetian Heritage è un’organizzazione internazionale non profit con sedi a New York e a Venezia che sostiene iniziative culturali tramite restauri, mostre, pubblicazioni, conferenze, studi e ricerche, ai fini di far conoscere al mondo l’immenso patrimonio di arte veneta in Italia e nei territori anticamente parte della Serenissima. www.venetianheritage.eu
Helen Frankenthaler Foundation
La Helen Frankenthaler Foundation, creata e sostenuta dall'artista durante la sua vita, è in attività dal 2013 secondo la volontà testamentaria della stessa Frankenthaler. La Fondazione si dedica alla promozione di un maggiore interesse pubblico e di una maggiore comprensione delle arti visive. La Helen Frankenthaler Foundation supporta l'eredità dell'artista mediante una serie di iniziative fra cui mostre, prestiti di opere d'arte, ricerca e pubblicazioni, tutela, donazioni, programmi di istruzione destinati al pubblico e agli addetti ai lavori e la pubblicazione di un catalogo ragionato. In qualità di principale ente beneficiario dell'eredità di Frankenthaler, la Fondazione dispone di un'enorme selezione, su vari supporti, delle opere dell'artista oltre che delle opere di altri artisti da lei collezionate e di documenti e materiali originali appartenenti alla vita e al lavoro della pittrice. Per ulteriori informazioni: www.frankenthalerfoundation.org
La Helen Frankenthaler Foundation e Venetian Heritage annunciano la mostra PITTURA/PANORAMA. Paintings by Helen Frankenthaler, 1952–1992, esposizione di dipinti di Helen Frankenthaler provenienti dalla collezione della fondazione a lei intitolata. L’opera di Frankenthaler torna così a Venezia dopo l'apparizione nel padiglione degli Stati Uniti della 33a Biennale di Venezia, nel 1966, attraverso una mostra monografica di quattordici quadri che offriranno una panoramica su quarant'anni di carriera dell'artista. L’esposizione si concentrerà sulla relazione tra i concetti di pittura e panorama elaborati da Frankenthaler attraverso l’interazione tra lavori che sembrano esser stati dipinti su cavalletto, seppur realizzati stendendo la tela sul pavimento, e grandi quadri orizzontali che si aprono su spazi bassi ma estesi, proprio come dei panorami.
PITTURA / PANORAMA, organizzata dalla Helen Frankenthaler Foundation e Venetian Heritage in collaborazione con Gagosian, sarà ospitata all’interno di Palazzo Grimani in Santa Maria Formosa, uno dei più importanti centri culturali della Venezia del XVI secolo e residenza di una famiglia conosciuta per le sue collezioni e per il suo mecenatismo. L’atmosfera del palazzo sottolinea l’uso del colore di Frankenthaler, influenzato dai grandi artisti veneziani del Cinquecento.
La mostra
La mostra sarà curata da John Elderfield, capo curatore emerito per la pittura e la scultura al MoMA di New York e Senior Curator per Gagosian, e comprenderà opere panoramiche che vanno da Open Wall (1953), quadro che ha anticipato il movimento Color Field degli anni Sessanta, alle tele intense e suggestive dei primi anni 90. I dipinti verranno installati in una sequenza non strettamente cronologica, in modo da rivelare connessioni fra lavori appartenenti a periodi diversi e un'elaborazione di continuità e di continuo cambiamento. I quadri in esposizione possono essere suddivisi in quattro macro categorie:
Anni ’50: Il primo approccio di Frankenthaler con grandi tele orizzontali contemporanee è nel 1950, quando l'artista, allora ventunenne e da poco diplomata dal college, ammira delle composizioni astratte di Jackson Pollock realizzate con matasse aggrovigliate di vernice colata. In Window Shade No. 2 (1952), il lavoro meno recente in mostra, l'artista tenta di realizzare qualcosa di simile su scala più ridotta per poi applica poi la stessa tecnica ad opere che alludono al paesaggio, come 10/29/52. Open Wall è invece una grande figura orizzontale, che tiene insieme aree ampie e linee di colore. Il titolo dimostra come l'artista fosse consapevole del dibattito dei primi anni Cinquanta fra pittori e critici newyorkesi sul fatto che un quadro potesse somigliare ad una finestra oppure ad un muro. Frankenthaler voleva entrambe le cose: un muro spalancato.
Anni ’60: Per Frankenthaler il dipinto doveva essere una distesa di superficie piatta che creava l'illusione della profondità. Negli anni Sessanta, però, era la superficie piatta a predominare nella sua opera. In Italian Beach (1960), realizzata ad Alassio, le scorciatoie lungo una collina, un gruppo di foglie e una distesa di sabbia si estendono da una pozza di blu mare al bordo destro della tela. Pink Bird Figure I (1961) espande l'immagine piatta di un uccello sopra una traiettoria di volo disegnata orizzontalmente lungo il quadro. Con Riverhead (1963), invece, l'artista riprende la pittoricità delle sue tele degli anni Cinquanta in maniera più sontuosa.
Anni ’70 – ’80: Il lavoro più grafico di New Paths (1973) potrebbe suggerire la volontà dell’artista di tornare alle esperienze degli anni Sessanta; in realtà ci si trova di fronte a un percorso nuovo, una fusione di un'impronta piatta e schematica con un modo creativo di aprire lo spazio pittorico. Frankenthaler sfuma gli stretti nastri che attraversano il leggero canale orizzontale in modo da far sembrare che si allontanino man mano che si rimpiccioliscono. Tuttavia, a partire dai primi anni Ottanta, Frankenthaler amplifica l'approccio pittorico di Riverhead - come in E.M. del 1981- per poi modificare nuovamente il proprio lessico stendendo campi monocromatici di colore atmosferico sovrapponendovi gocce, punti e trattini sparsi di un pigmento più evidente come in Brother Angel (1983), oppure isole galleggianti di colore e linee calligrafiche come in Madrid (1984).
Anni ’90: Il lavoro di Frankenthaler degli anni Novanta è meno conosciuto e presentato in mostra attraverso le quattro opere più importanti risalenti all'inizio di questo decennio. In esse l'artista torna alla pittoricità di Riverhead, realizzata trent'anni prima, riempiendo le nuove tele in modo ancora più drammatico. In gioventù aveva dichiarato: “I miei quadri sono pieni di climi, climi astratti e non necessariamente naturali”. I titoli delle tele degli anni Novanta rievocano proprio condizioni climatiche estreme (Maelstrom, 1992), i luoghi in cui esse si realizzano (Snow Basin, 1990) oppure il momento in cui hanno inizio (Overture, 1992), o la loro misurazione (Barometer, 1992). Il modo in cui Frankenthaler diffonde e stratifica il colore crea una rievocazione piena di atmosfera di acqua e cielo che si rifà in ultima istanza alla pittura veneziana del XVI secolo, e lo fa in una maniera molto personale, con uno sguardo premonitore al futuro, all'opera dei numerosi artisti che oggi si ispirano a lei.
Mostra complementare a Roma
L’esposizione si integra a quella intitolata Helen Frankenthaler: Sea Change: A decade of paintings, 1974–1983, in mostra alla Gagosian Gallery di Roma dal 13 marzo al 19 giugno 2019.
Il catalogo
La mostra sarà accompagnata da un catalogo interamente illustrato pubblicato da Gagosian, con un'introduzione di Elizabeth Smith, direttrice esecutiva della Helen Frankenthaler Foundation, Toto Bergamo Rossi, direttore della Fondazione Venetian Heritage Onlus, una prefazione di John Elderfield e un saggio globale di Pepe Karmel, professore associato di storia dell'arte dell'Università di New York.
Il Palazzo
Palazzo Grimani, raro esempio di fusione tra architettura veneziana cinquecentesca e decorazioni in stile tosco-romano, deve il suo aspetto agli interventi realizzati da Vittore Grimani e suo fratello Giovanni durante il XVI secolo. Ed è proprio quest’ultimo a volere la Tribuna, il “camerino delle antichità” in cui esporre le più importanti tra le statue greche e romane in suo possesso. Alla sua morte, il Patriarca dona alla Serenissima Repubblica di Venezia gli inestimabili marmi conservati nella Tribuna, i quali dal 1596 lasciano definitivamente la loro collocazione originaria. Daniele Ferrara, direttore del Polo museale del Veneto e Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, sono i curatori dell’eccezionale mostra che celebrerà il ritorno dopo 430 anni a Palazzo Grimani della collezione di statue classiche appartenuta al Patriarca di Aquileia Giovanni Grimani, conservata nel palazzo di famiglia in Santa Maria Formosa fino alla fine del 1500.
L’esposizione sarà inaugurata a maggio 2019 in concomitanza con la vernice di Biennale Arte e rimarrà visitabile fino al 2021. L’operazione, prodotta da Civita Tre Venezie, è resa possibile grazie al sostegno di Venetian Heritage, Maison Hermès, la Helen Frankenthaler Foundation di New York e Gagosian.
Fondazione Venetian Heritage
Venetian Heritage è un’organizzazione internazionale non profit con sedi a New York e a Venezia che sostiene iniziative culturali tramite restauri, mostre, pubblicazioni, conferenze, studi e ricerche, ai fini di far conoscere al mondo l’immenso patrimonio di arte veneta in Italia e nei territori anticamente parte della Serenissima. www.venetianheritage.eu
Helen Frankenthaler Foundation
La Helen Frankenthaler Foundation, creata e sostenuta dall'artista durante la sua vita, è in attività dal 2013 secondo la volontà testamentaria della stessa Frankenthaler. La Fondazione si dedica alla promozione di un maggiore interesse pubblico e di una maggiore comprensione delle arti visive. La Helen Frankenthaler Foundation supporta l'eredità dell'artista mediante una serie di iniziative fra cui mostre, prestiti di opere d'arte, ricerca e pubblicazioni, tutela, donazioni, programmi di istruzione destinati al pubblico e agli addetti ai lavori e la pubblicazione di un catalogo ragionato. In qualità di principale ente beneficiario dell'eredità di Frankenthaler, la Fondazione dispone di un'enorme selezione, su vari supporti, delle opere dell'artista oltre che delle opere di altri artisti da lei collezionate e di documenti e materiali originali appartenenti alla vita e al lavoro della pittrice. Per ulteriori informazioni: www.frankenthalerfoundation.org
07
maggio 2019
Pittura/Panorama. Paintings by Helen Frankenthaler, 1952–1992
Dal 07 maggio al 17 novembre 2019
arte contemporanea
Location
PALAZZO GRIMANI
Venezia, Castello, 4858, (Venezia)
Venezia, Castello, 4858, (Venezia)
Orario di apertura
giovedì–domenica, 10.00–19.00
Autore
Curatore