20 marzo 2015

(Per)formare cultura

 
Il Ministero per i Beni e le attività culturali firma un'intesa con quello dell'Università e ricerca. Si passa avanti nella formazione delle prossime carriere che dovranno occuparsi del “bello” del Paese? Questa, almeno, è la promessa

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L’Italia è un cantiere, su questo ci sono pochi dubbi. E come tutti i cantieri sul suolo tricolore spesso il Paese è vittima di ritardi, tangenti, appalti truccati, e soprattutto maestranze non adatte al loro ruolo, salite alle imprese per meriti non ben precisati. Anche oggi la buttiamo sul polemico? No, in realtà vogliamo stare dalla parte della speranza. Quella speranza che arriva dalla firma del protocollo d’intesa tra i ministri Franceschini e Giannini, ovvero tra MiBACT e MIUR, per quello che si definisce come “una formazione più vicina alle necessità del mondo del lavoro per chi studia nel campo della tutela e della valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali”. 
Sarebbe a dir poco magnifico che, non solo chi studia certe materie possa avere un posto di lavoro assicurato (e lo diciamo con cognizione di causa, ci sarebbe tanto bisogno di nuove e numerose leve), ma soprattutto che si formasse una futura classe “operatrice del bello” più consapevole e soprattutto più vicina a problematiche reali del territorio italiano e non solo a teorie da manuale. Nuovi tecnici, politici e anche “pratici” che possano sapere dove mettere le mani in fatto di tutela del territorio, rispetto per l’ambiente e per i Beni Culturali, un po’ meno burocrati (ma questo è un altro paio di maniche) e un po’ più empatici. 
“L’accordo punta a formare una nuova generazione di studiosi ed esperti di settore mettendo a sistema la rete formativa di Università ed Enti di ricerca e saranno incentivate esperienze pratiche degli studenti nelle strutture del MIBACT e saranno promossi gli scambi internazionali. Sono previste sinergie fra Musei e Università per dottorati di ricerca e master”, si legge nelle dichiarazioni ufficiali. Potesse essere la volta buona che i nostri giovani vedano davvero le potenzialità del Paese e ne facciano tesoro per un futuro migliore, archeologicamente, paesaggisticamente e artisticamente parlando? 
Per ora, oltretutto si parla di soldi: il protocollo per le attività MIUR-MiBAC sarà finanziato con 30 milioni di fondi dal dicastero dell’Università e Ricerca. Potrebbe essere, insomma, una buona notizia (M.B.). 

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