05 aprile 2015

La distruzione nella rete. E anche nella realtà?

 
Cosa lasciar prevalere di fronte alla nuova “documentazione” della distruzione di Hatra a colpo di kalashnikov, da parte dell'IS? Verità o messinscena? Che la paura stia avanzando più nella rete che nella realtà?

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La notizia della presa di Hatra era arrivata circa un mese fa, dopo i fatti del Museo di Mosul, dopo l’assalto a Nimrud, dopo il rogo dei libri. Ora, però, dall’antica città assira arrivano immagini in movimento che documentano la distruzione di statue e maschere sulle antiche mura di cinta. 
Stavolta ci sono picconate e, contro i volti di fattura umana, colpi di kalashnikov. Vero o falso? Questo, anche stavolta, è il problema. Perché dopo gli annunci delle decapitazioni in Libia, poi smentite secondo gli inquirenti e fatte passare come un video artefatto, e in seguito all’affermazione del Ministero dei Beni Culturali e Archeologici dell’Iraq che ha dichiarato che le statue del museo di Mosul erano copie e, in ultimo, la notizia che Hatra fosse stata distrutta qualche settimana fa, i dubbi sono leciti. 
Miscredenti? Non proprio, ma certo si profila forte la convinzione che lo Stato Islamico stia, come è chiaro nell’epoca della comunicazione via web, giocando alla paura. Una paura virtuale che però, amplificata dalla rete, diviene più reale del reale (ricordando Baudrillard), come le immagini che precedevano le esecuzioni di qualche settimana fa: costruite a tal punto da sembrare quasi, e passateci il termine, performative, con i boia e le vittime perfettamente abbigliati per la (messa in) scena.
No, non vogliamo sminuire il terrore, l’incubo dell’avanzata dello Stato Islamico, e nemmeno pensare di ridimensionare il problema, ma guardare più criticamente al potere dei media nell’alimentare le immagini di un fenomeno complesso e, per ora, senza margine di arginabilità.
I miliziani, stando alle fonti ufficiali, avrebbero preso possesso del sito di Hatra ma non è stato possibile verificarle perché il territorio si trova sotto la giurisdizione e il controllo dell’Islam del terrore. Un altro motivo che fa pensare che, forse, Hatra sia stata messa a ferro e fuoco da un bel po’, e che a noi non arrivino altro che messaggi decisamente manipolati. (MB)

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