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Ernesto Tedeschi – Nuova Enciclopedia
Partendo da Nuova Enciclopedia, opera dello scrittore e artista metafisico Alberto Savinio pubblicata postuma nel 1977, Ernesto Tedeschi traduce alcuni lemmi selezionati in visioni fotografiche di lucida paradossalità che svelano umori, manie e sottili anomalie dei nostri tempi.
Comunicato stampa
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(English text below)
Kromìa presenta Nuova Enciclopedia, personale del fotografo Ernesto Tedeschi.
In mostra, numerose opere di piccolo e medio formato dalla recente produzione dell’autore.
Partendo da Nuova Enciclopedia, opera dello scrittore e artista metafisico Alberto Savinio pubblicata postuma nel 1977, Ernesto Tedeschi traduce alcuni lemmi selezionati in visioni fotografiche di lucida paradossalità che svelano umori, manie e sottili anomalie dei nostri tempi.
Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatrice della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): «Curiosa contemplazione. Surreali ma plausibili paradossi sono le lievi forzature della quotidianità di Ernesto Tedeschi, fili che nel normale scorrere della vita ‘si spezzano o si annodano’ – come nelle parole dell’artista - dando vita a leggere increspature sulla normalità, come nutrimento di un’emotività e un’osservazione che sceglie di restare serena curiosità in superficie, e non scavo nella drammatizzazione. (…) Come nella Metafisica: appartiene a Tedeschi, come a Savinio, il trovare l’ulteriore, il meta, pur restando coi piedi nel vero, nel fisico. Da quelle altezze allargate, lo sguardo offre consapevolezza ozonica, ma spesso perturbante. (…) Con la potenza esteticamente sovversiva e nonsense degli abecedari di Tomaso Binga/Bianca Menna, traduce la parola in corpo, natura, oggetto. Ne deriva un altro (o meglio meta-) reale, mostratoci con un’esattezza che elucida non le superficiali apparenze contenenti, ma il profondo senso emotivo contenuto, come nella ragion d’essere etica e formale dei lubki. Riflettendo sul nesso tra passato e presente con l’attualità del pensiero di Savinio e ricavandone un inquietante fascino: oggi, come allora, i drammi e paradossi del tempo richiedono ancora enciclopedie ed educazione per una (non) Nuova Umanità».
Di seguito, testo critico integrale di Diana Gianquitto.
(scorrere per testo critico)
Testo critico
Educative metafisiche
di Diana Gianquitto
Ernesto Tedeschi: onirica sospensione semplice
Curiosa contemplazione.
Surreali ma plausibili paradossi sono le lievi forzature della quotidianità di Ernesto Tedeschi, fili che nel normale scorrere della vita “si spezzano o si annodano” – come nelle parole dell’artista - dando vita a leggere increspature sulla normalità, come nutrimento di un’emotività e un’osservazione che sceglie di restare serena curiosità in superficie, e non scavo nella drammatizzazione.
Alle spalle di tutto, discreta ma sostanziante, la passione per il cinema, che dà modo di intendere il mondo, nelle tre varianti di still life, ritratto e paesaggio, come filmici indizi, protagonisti e scenografie di un enigma sottile, tanto nell’allure Pop e plasticosa di oggetti e personaggi, quanto nell’effetto quasi acquerellato di alcune vedute sovraesposte e sospese, memori della tradizione fotografica italiana, da Olivo Barbieri a Luigi Ghirri o Francesco Jodice. Unificati da un pervasivo senso di onirica sospensione semplice, grata all’estetica giapponese quanto alla Metafisica storica.
Nuova Enciclopedia: educazione per una (non) Nuova Umanità
E non a caso, ripercorrere col mezzo fotografico la traccia della ricerca metafisica - in parole e immagini - di Alberto Savinio è il filo di Arianna che Ernesto Tedeschi svolge ora - con pazienza adamantina quanto la lucidità paradossale e prismatica delle sue scene - nel labirinto del reale.
Rinvenendo in esso la visionaria psicotropia di “situazioni irreali, ma che nel concreto si verificano”. Come nella Metafisica: appartiene a Tedeschi, come a Savinio, il trovare l’ulteriore, il meta, pur restando coi piedi nel vero, nel fisico. Da quelle altezze allargate, lo sguardo offre consapevolezza ozonica, ma spesso perturbante.
Tedeschi parte dunque dai lemmi scritti e illustrati da Savinio nel secolo scorso e seleziona brani testuali, prima azione immaginifica: citare è già parlare di sé nella scelta, ed è già prefigurarsi pensieri visivi fotografici, lasciandosi intrappolare proprio dai passi che ne evocano maggiori potenzialità e sviluppi.
Successivamente, l’artista procede nel dedalo quotidiano di fatti apparentemente banali col viatico risuonante delle parole elette, perseguendovi la loro traduzione in immagini e rinvenendola nei tenui, inavvertiti strappi al vivere piano dell’umanità del ventunesimo secolo.
Un viraggio di codice che ha più l’aroma della traduzione di pari dignità che dell’illustrazione derivata e secondaria: come spesso nella sua produzione, Tedeschi percorre il doppio binario di verbale e ottico senza nè (con)fusioni, come invece nella poesia visiva, né asservimenti reciproci.
Con la potenza esteticamente sovversiva e nonsense degli abecedari di Tomaso Binga/Bianca Menna, traduce la parola in corpo, natura, oggetto.
Ne deriva un altro (o meglio meta-) reale, mostratoci con un’esattezza che elucida non le superficiali apparenze contenenti, ma il profondo senso emotivo contenuto, come nella ragion d’essere etica e formale dei lubki.
Riflettendo sul nesso tra passato e presente con l’attualità del pensiero di Savinio e ricavandone un inquietante fascino: oggi, come allora, i drammi e paradossi del tempo richiedono ancora enciclopedie ed educazione per una (non) Nuova Umanità.
(English text)
Kromìa is proud to present Nuova Enciclopedia, solo show by the photographer Ernesto Tedeschi.
On exhibition, small and medium size works from the recent production of the artist.
Examining Nuova Enciclopedia, a work by the metaphysical painter and writer Alberto Savinino (published posthumous in 1977), Ernesto Tedeschi translates some quotes in paradoxical photographic images that depict nowadays moods, manias and anomalies.
Artistic Direction: Donatella Saccani
Curated by: Diana Gianquitto.
“Curiosity, and contemplation.
The feeble stretches in everyday life by Ernesto Tedeschi are surreal, but plausible paradoxes, threads that in the usual flow ‘break down or split up’ – as the artist says himself – giving rise to little wavelets on normality, which nourish a sensitivity and perception that chooses to stay on the surface as a serene curiosity, and not to dig in dramas.
Above all, discreet but structurizing, stands the love for cinema, that makes the artist sense the world, in the three categories of still life, portrait and landscape, as movie clues, characters and settings of a slight enigma, both in the Pop and plastic-like allure of objects or figures, and in the almost gouache-like effect of some over-exposed and mysterious views, near to Italian photographic tradition, ranging from Olivo Barbieri to Luigi Ghirri or Francesco Jodice. And everything of these is unified by a pervasive feeling of simple dreamlike suspense, thankful to Japanese art such as to historical Metafisica painting”.
(critical text by Diana Gianquitto)
Kromìa presenta Nuova Enciclopedia, personale del fotografo Ernesto Tedeschi.
In mostra, numerose opere di piccolo e medio formato dalla recente produzione dell’autore.
Partendo da Nuova Enciclopedia, opera dello scrittore e artista metafisico Alberto Savinio pubblicata postuma nel 1977, Ernesto Tedeschi traduce alcuni lemmi selezionati in visioni fotografiche di lucida paradossalità che svelano umori, manie e sottili anomalie dei nostri tempi.
Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatrice della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): «Curiosa contemplazione. Surreali ma plausibili paradossi sono le lievi forzature della quotidianità di Ernesto Tedeschi, fili che nel normale scorrere della vita ‘si spezzano o si annodano’ – come nelle parole dell’artista - dando vita a leggere increspature sulla normalità, come nutrimento di un’emotività e un’osservazione che sceglie di restare serena curiosità in superficie, e non scavo nella drammatizzazione. (…) Come nella Metafisica: appartiene a Tedeschi, come a Savinio, il trovare l’ulteriore, il meta, pur restando coi piedi nel vero, nel fisico. Da quelle altezze allargate, lo sguardo offre consapevolezza ozonica, ma spesso perturbante. (…) Con la potenza esteticamente sovversiva e nonsense degli abecedari di Tomaso Binga/Bianca Menna, traduce la parola in corpo, natura, oggetto. Ne deriva un altro (o meglio meta-) reale, mostratoci con un’esattezza che elucida non le superficiali apparenze contenenti, ma il profondo senso emotivo contenuto, come nella ragion d’essere etica e formale dei lubki. Riflettendo sul nesso tra passato e presente con l’attualità del pensiero di Savinio e ricavandone un inquietante fascino: oggi, come allora, i drammi e paradossi del tempo richiedono ancora enciclopedie ed educazione per una (non) Nuova Umanità».
Di seguito, testo critico integrale di Diana Gianquitto.
(scorrere per testo critico)
Testo critico
Educative metafisiche
di Diana Gianquitto
Ernesto Tedeschi: onirica sospensione semplice
Curiosa contemplazione.
Surreali ma plausibili paradossi sono le lievi forzature della quotidianità di Ernesto Tedeschi, fili che nel normale scorrere della vita “si spezzano o si annodano” – come nelle parole dell’artista - dando vita a leggere increspature sulla normalità, come nutrimento di un’emotività e un’osservazione che sceglie di restare serena curiosità in superficie, e non scavo nella drammatizzazione.
Alle spalle di tutto, discreta ma sostanziante, la passione per il cinema, che dà modo di intendere il mondo, nelle tre varianti di still life, ritratto e paesaggio, come filmici indizi, protagonisti e scenografie di un enigma sottile, tanto nell’allure Pop e plasticosa di oggetti e personaggi, quanto nell’effetto quasi acquerellato di alcune vedute sovraesposte e sospese, memori della tradizione fotografica italiana, da Olivo Barbieri a Luigi Ghirri o Francesco Jodice. Unificati da un pervasivo senso di onirica sospensione semplice, grata all’estetica giapponese quanto alla Metafisica storica.
Nuova Enciclopedia: educazione per una (non) Nuova Umanità
E non a caso, ripercorrere col mezzo fotografico la traccia della ricerca metafisica - in parole e immagini - di Alberto Savinio è il filo di Arianna che Ernesto Tedeschi svolge ora - con pazienza adamantina quanto la lucidità paradossale e prismatica delle sue scene - nel labirinto del reale.
Rinvenendo in esso la visionaria psicotropia di “situazioni irreali, ma che nel concreto si verificano”. Come nella Metafisica: appartiene a Tedeschi, come a Savinio, il trovare l’ulteriore, il meta, pur restando coi piedi nel vero, nel fisico. Da quelle altezze allargate, lo sguardo offre consapevolezza ozonica, ma spesso perturbante.
Tedeschi parte dunque dai lemmi scritti e illustrati da Savinio nel secolo scorso e seleziona brani testuali, prima azione immaginifica: citare è già parlare di sé nella scelta, ed è già prefigurarsi pensieri visivi fotografici, lasciandosi intrappolare proprio dai passi che ne evocano maggiori potenzialità e sviluppi.
Successivamente, l’artista procede nel dedalo quotidiano di fatti apparentemente banali col viatico risuonante delle parole elette, perseguendovi la loro traduzione in immagini e rinvenendola nei tenui, inavvertiti strappi al vivere piano dell’umanità del ventunesimo secolo.
Un viraggio di codice che ha più l’aroma della traduzione di pari dignità che dell’illustrazione derivata e secondaria: come spesso nella sua produzione, Tedeschi percorre il doppio binario di verbale e ottico senza nè (con)fusioni, come invece nella poesia visiva, né asservimenti reciproci.
Con la potenza esteticamente sovversiva e nonsense degli abecedari di Tomaso Binga/Bianca Menna, traduce la parola in corpo, natura, oggetto.
Ne deriva un altro (o meglio meta-) reale, mostratoci con un’esattezza che elucida non le superficiali apparenze contenenti, ma il profondo senso emotivo contenuto, come nella ragion d’essere etica e formale dei lubki.
Riflettendo sul nesso tra passato e presente con l’attualità del pensiero di Savinio e ricavandone un inquietante fascino: oggi, come allora, i drammi e paradossi del tempo richiedono ancora enciclopedie ed educazione per una (non) Nuova Umanità.
(English text)
Kromìa is proud to present Nuova Enciclopedia, solo show by the photographer Ernesto Tedeschi.
On exhibition, small and medium size works from the recent production of the artist.
Examining Nuova Enciclopedia, a work by the metaphysical painter and writer Alberto Savinino (published posthumous in 1977), Ernesto Tedeschi translates some quotes in paradoxical photographic images that depict nowadays moods, manias and anomalies.
Artistic Direction: Donatella Saccani
Curated by: Diana Gianquitto.
“Curiosity, and contemplation.
The feeble stretches in everyday life by Ernesto Tedeschi are surreal, but plausible paradoxes, threads that in the usual flow ‘break down or split up’ – as the artist says himself – giving rise to little wavelets on normality, which nourish a sensitivity and perception that chooses to stay on the surface as a serene curiosity, and not to dig in dramas.
Above all, discreet but structurizing, stands the love for cinema, that makes the artist sense the world, in the three categories of still life, portrait and landscape, as movie clues, characters and settings of a slight enigma, both in the Pop and plastic-like allure of objects or figures, and in the almost gouache-like effect of some over-exposed and mysterious views, near to Italian photographic tradition, ranging from Olivo Barbieri to Luigi Ghirri or Francesco Jodice. And everything of these is unified by a pervasive feeling of simple dreamlike suspense, thankful to Japanese art such as to historical Metafisica painting”.
(critical text by Diana Gianquitto)
31
maggio 2019
Ernesto Tedeschi – Nuova Enciclopedia
Dal 31 maggio al 27 settembre 2019
fotografia
Location
SPAZIO KROMÌA
Napoli, Via Diodato Lioy, 11, (Napoli)
Napoli, Via Diodato Lioy, 11, (Napoli)
Orario di apertura
lunedì, mercoledì, venerdì: ore 10.30-13.30 e 16.30-19.30; martedì, giovedì, sabato: ore 10.30-13.30
Vernissage
31 Maggio 2019, ore 19.00
Autore
Curatore