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Boris Eldagsen / Paolo Treni – Another Multiverse
La mostra si propone come omaggio metafisico alla teoria della fisica quantistica del Multiverso, un ipotetico insieme di universi multipli, compreso quello in cui viviamo, ognuno dei quali include tutto ciò che è accessibile sperimentalmente da una comunità di osservatori tra loro connessi.
Comunicato stampa
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Attraverso la mostra ANOTHER MULTIVERSE si crea un dialogo artistico e filosofico tra l'artista italiano Paolo Treni e il fotografo tedesco Boris Eldagsen.
La mostra vuole diventare una sorta di omaggio metafisico alla teoria della fisica quantistica del Multiverso, un ipotetico insieme di universi multipli, compreso l'universo in cui viviamo, ognuno dei quali comprenderebbe tutto ciò che è accessibile sperimentalmente da una comunità di osservatori collegati: la totalità dello spazio, il tempo, la materia, l'energia, le leggi fisiche e le costanti che li descrivono.
Boris Eldagsen ha sfidato l'idea di una realtà unica attraverso le sue immagini. Egli indaga il multiverso della mente umana per esaminare l'inconscio, comunicando a livello onirico attraverso le immagini che crea. Studiando ed esplorando la dimensione inconscia della vita in modo molto metodico, Eldagsen trasforma i soggetti delle sue fotografie in archetipi psicologici, capaci di aprire porte, scatenare emozioni e sbloccare ricordi sia sul piano soggettivo che collettivo. Nonostante oltre 200 anni di psicologia, l'inconscio rimane vago e potente come gli dei da cui si è emancipato. Come serbatoio delle nostre esperienze passate, immagazzina gli impulsi e i sentimenti a cui non abbiamo razionalmente accesso. Ed è ciò ad affascinare enormemente l'artista tedesco. Eldagsen lavora solo di notte, con un equipaggiamento minimo, un approccio in camera senza manipolazione digitale. Come una falena, vaga per le strade alla ricerca della luce, praticando quella che ha definito "Inverted Street Photography": invece di esplorare storie, un luogo o una persona, dirotta e trasforma ciò che vede davanti alla sua macchina fotografica in un simbolo per il funzionamento senza tempo della mente. Altre volte ancora, mette in scena immagini con modelli per creare ritratti dell'Inconscio Collettivo. Per sviluppare idee e impulsi per la ripresa, realizza una mappatura delle aree sovrapposte del suo inconscio e dei modelli; viene poi guidato dalle dinamiche della ripresa per scendere più in profondità nella tana del coniglio. La sua poesia visiva trasporta lo spettatore tra il sublime e il misterioso, dove gli attributi della fotografia, della pittura, del teatro e dell'arte si uniscono.
Dal canto suo, l'artista italiano Paolo Treni crea affascinanti opere in plexiglass con l'uso di laser, vernici, pigmenti e smalti che hanno il potere di portare lo spettatore in un'altra dimensione attraverso il processo di riflessione e rifrazione della luce. Treni è infatti in grado di creare un dialogo in continua evoluzione tra lo spettatore e la sua opera d'arte che cambia continuamente colori e forme a seconda della luce e del punto di vista. Il lavoro di Paolo Treni è il risultato di un profondo processo di autoesplorazione che ha realizzato grazie al Teatro Jacques Lecoq di Parigi. Attraverso questo approccio teatrale, Paolo ha iniziato un'analisi interiore per scoprire la dimensione astratta fatta di spazi, luci, colori, materiali, suoni che gli derivano da varie esperienze e sensazioni. Improvvisamente, questa dimensione sfocia nell'area dell'immaginario collettivo, si muove sospesa sull'orlo tra sogno e realtà: questa è la fonte del suo processo creativo. Dalle prime opere disegnate su fondo nero, con forti contrasti cromatici dalle reminiscenze olografiche, passa ad un'indagine sul rapporto colore-forma legata allo spazio: i temi delle sue opere rappresentano sia la frammentazione tecnologica e l'attuale rivoluzione tecnologica esplosiva, sia il mondo dei fluidi che interpretano visivamente il concetto di modernità liquida post-baumana. Come la teoria del Multiverso, le opere di Paolo Treni sfidano l'idea di opera statica e unica, infatti, grazie alla riflessione e rifrazione della luce, le sue opere sono in grado di cambiare continuamente aspetto offrendo al pubblico un'esperienza visiva multiforme.
La mostra vuole diventare una sorta di omaggio metafisico alla teoria della fisica quantistica del Multiverso, un ipotetico insieme di universi multipli, compreso l'universo in cui viviamo, ognuno dei quali comprenderebbe tutto ciò che è accessibile sperimentalmente da una comunità di osservatori collegati: la totalità dello spazio, il tempo, la materia, l'energia, le leggi fisiche e le costanti che li descrivono.
Boris Eldagsen ha sfidato l'idea di una realtà unica attraverso le sue immagini. Egli indaga il multiverso della mente umana per esaminare l'inconscio, comunicando a livello onirico attraverso le immagini che crea. Studiando ed esplorando la dimensione inconscia della vita in modo molto metodico, Eldagsen trasforma i soggetti delle sue fotografie in archetipi psicologici, capaci di aprire porte, scatenare emozioni e sbloccare ricordi sia sul piano soggettivo che collettivo. Nonostante oltre 200 anni di psicologia, l'inconscio rimane vago e potente come gli dei da cui si è emancipato. Come serbatoio delle nostre esperienze passate, immagazzina gli impulsi e i sentimenti a cui non abbiamo razionalmente accesso. Ed è ciò ad affascinare enormemente l'artista tedesco. Eldagsen lavora solo di notte, con un equipaggiamento minimo, un approccio in camera senza manipolazione digitale. Come una falena, vaga per le strade alla ricerca della luce, praticando quella che ha definito "Inverted Street Photography": invece di esplorare storie, un luogo o una persona, dirotta e trasforma ciò che vede davanti alla sua macchina fotografica in un simbolo per il funzionamento senza tempo della mente. Altre volte ancora, mette in scena immagini con modelli per creare ritratti dell'Inconscio Collettivo. Per sviluppare idee e impulsi per la ripresa, realizza una mappatura delle aree sovrapposte del suo inconscio e dei modelli; viene poi guidato dalle dinamiche della ripresa per scendere più in profondità nella tana del coniglio. La sua poesia visiva trasporta lo spettatore tra il sublime e il misterioso, dove gli attributi della fotografia, della pittura, del teatro e dell'arte si uniscono.
Dal canto suo, l'artista italiano Paolo Treni crea affascinanti opere in plexiglass con l'uso di laser, vernici, pigmenti e smalti che hanno il potere di portare lo spettatore in un'altra dimensione attraverso il processo di riflessione e rifrazione della luce. Treni è infatti in grado di creare un dialogo in continua evoluzione tra lo spettatore e la sua opera d'arte che cambia continuamente colori e forme a seconda della luce e del punto di vista. Il lavoro di Paolo Treni è il risultato di un profondo processo di autoesplorazione che ha realizzato grazie al Teatro Jacques Lecoq di Parigi. Attraverso questo approccio teatrale, Paolo ha iniziato un'analisi interiore per scoprire la dimensione astratta fatta di spazi, luci, colori, materiali, suoni che gli derivano da varie esperienze e sensazioni. Improvvisamente, questa dimensione sfocia nell'area dell'immaginario collettivo, si muove sospesa sull'orlo tra sogno e realtà: questa è la fonte del suo processo creativo. Dalle prime opere disegnate su fondo nero, con forti contrasti cromatici dalle reminiscenze olografiche, passa ad un'indagine sul rapporto colore-forma legata allo spazio: i temi delle sue opere rappresentano sia la frammentazione tecnologica e l'attuale rivoluzione tecnologica esplosiva, sia il mondo dei fluidi che interpretano visivamente il concetto di modernità liquida post-baumana. Come la teoria del Multiverso, le opere di Paolo Treni sfidano l'idea di opera statica e unica, infatti, grazie alla riflessione e rifrazione della luce, le sue opere sono in grado di cambiare continuamente aspetto offrendo al pubblico un'esperienza visiva multiforme.
29
maggio 2019
Boris Eldagsen / Paolo Treni – Another Multiverse
Dal 29 maggio al 13 luglio 2019
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
LUISA CATUCCI GALLERY
Berlin, Allerstrasse, 38, (Berlin)
Berlin, Allerstrasse, 38, (Berlin)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11 - 18
domenica ore 12 - 17
Vernissage
29 Maggio 2019, h 19
Autore